“Dopo ben 11 decreti Ilva, in cui c’era l’obbligo di legge per i commissari di relazionare il Parlamento in merito allo stato di attuazione del piano ambientale e sanitario ogni sei mesi, tutto tace. Dei commissari e delle loro relazioni non ci sono tracce, perché non ci sono sanzioni o penali, e sembrano quasi animati da puro menefreghismo nei confronti degli organi parlamentari di controllo”. Lo si legge in una dichiarazione nella quale i parlamentari M5S della commissione Ecomafie sottolineano come “il presidente della stessa commissione Bratti, nonché relatore su Ilva, non agisce, rimane fermo e non ne comprendiamo il perché. Abbiamo chiesto di audire con urgenza i commissari, prima della scadenza del decreto e la risposta e’ stata negativa. Li possiamo audire non prima di settembre. Quali sono le motivazioni dietro questi ritardi, cosa si nasconde e perché il presidente della commissione che dovrebbe indagare proprio su quanto sta accadendo a Taranto non accelera i lavori?”.
LA REPLICA DI BRATTI
‘Nulla da nascondere, tutto regolare’. Cosi’ il presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, risponde ai parlamentari M5S della Commissione. “Io – afferma Bratti – ho proposto di avere le relazioni dei commissari fin da subito e di audirli in settembre; se avessi a disposizione i due vicepresidenti della commissione forse ci si riuscirebbe. Ma poiche’ gli attuali vicepresidenti (Ncd e M5S) sono uccel di bosco non si riesce in tempi brevi ad organizzare le audizioni. Preciso comunque che non c’e’ alcun problema ad audirli a fine luglio o agosto”.
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