Il sindaco Stefàno propone la no tax area per Taranto

Una no tax area anche per Taranto. L’eco della Brexit apre nuovi scenari di opportunità che lasciano intravedere ai Paesi membri della UE la possibilità di attrarre quegli investimenti esteri che sarebbero destinati al Regno Unito. Ne è convinto anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, che richiamando le affermazioni del presidente Renzi, sostiene che lo choc può trasformarsi in occasione e il trauma britannico può diventare un’opportunità per riflettere e per cogliere gli effetti positivi della Brexit.

“L’istituzione della no tax area per Taranto- secondo Stefàno- agirebbe come fattore di sostegno per la ripresa delle attività economiche del territorio, già in grave contrazione. La defiscalizzazione delle imprese, inoltre, costituirebbe un assist favorevole per attrarre nuovi investimenti di capitali anche stranieri, che contribuirebbero a determinare nuovi spiragli di crescita e di lavoro per Taranto.” Queste le considerazioni che il Sindaco rappresenta a Renzi quando apprende che “il Governo italiano sta valutando la possibilità di creare due no-tax area: una a Milano, riprendendo una idea già avanzata dal collega Giuseppe Sala per la “riconversione” dell’area ex Expo, l’altra a Bagnoli, nel napoletano.

Anche Taranto ha colto la crisi derivante dall’ ILVA come opportunità ed ora, sta giocando la carta del rilancio e della riqualificazione e lo fa sapendo di avere al fianco il Governo, un alleato forte con il quale disegnare strategie d’azione per stimolare nuove opportunità, sviluppare innovazione e creare nuova economia per il territorio.

Noi vogliamo essere resilienti- continua il Sindaco nella nota a Renzi.- Abbiamo trovato nella crisi la forza per una nuova fase di crescita e di affermazione e lo stiamo dimostrando, anche in virtù di un impegno massiccio e fattivo del Governo verso la città di Taranto, che sta consolidando il percorso di recupero, rilancio del territorio jonico.

Orbene questa città, sacrificata nel tempo sull’altare dei primari interessi di Stato, industriali, economici e militari, deve ancora vedere saldato il suo credito, vecchio di diversi decenni. Questo territorio che ha vissuto la presenza ingombrante della più grande industria siderurgica europea, ora,- prosegue Stefàno- sta puntando al suo riscatto per raggiungere il quale occorre tutto l’apporto del Governo.

Il Suo Governo, dunque, ha messo al centro delle azioni politiche l’interesse su Taranto e, attraverso il Contratto Istituzionale di Sviluppo, sta marcando le tappe di azioni concrete e fattive che stanno prefigurando una nuova prospettiva di futuro.

Nei giorni scorsi a Taranto sono stati avviati i lavori per la realizzazione del Centro Servizi Polivalente, denominato Falanto Port Service Center, che va incontro all’esigenza di rinnovamento per cogliere le sfide della diversificazione della sua immensa realtà portuale sulla nuova frontiera del turismo, quale nuova rotta per emanciparsi da una vocazione esclusivamente industriale. Già nel prossimo 2017, infatti, si aspettano le prime navi da crociera nel porto intermodale di Taranto.

Su una nuova economia della conoscenza e della valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale della città, sta puntando anche l’azione strategica del nuovo management del Museo Martà. Altro fronte di indubbio valore, per noi, strategico è la conclusione, a breve, del procedure per la cessione delle attività del gruppo Ilva che segnerà un momento importate per la definizione delle prospettive di sviluppo del territorio e per mettere definitivamente in equilibrio i diritti del territorio: la salute e il lavoro.

Sulla base di tutti questi presupposti, se è vero come è vero che il programma e l’impegno del Governo puntano al riscatto e al rilancio di Taranto, sorprende come mai questa città non sia contemplata nel novero delle no-tax. Non ritiene- domanda il Sindaco a Renzi- che l’inclusione di Taranto nel beneficio no-tax si atteggerebbe come logico corollario di questa ampia nuova visione strategica che sta ridisegnando le sorti del territorio?

Mi sono già rivolto, in qualità di Sindaco al Governo centrale, su mandato del Consiglio Comunale, per proporre la valutazione del riconoscimento della zona franca fiscale per Taranto; ed ancor prima, durante la XII legislatura di questa Repubblica, quando ero investito della carica di senatore, ho presentato, congiuntamente ad altri colleghi, la proposta del disegno di legge per l’istituzione della zona franca produttiva del porto di Taranto, strumento più idoneo per attirare traffici ed attività di trattamento merci, anche in considerazione degli ampi spazi operativi e dalla disponibilità di manodopera qualificata.

Era il 1996. Da quella data altri interventi sono stati sollecitati dal territorio ma, dal beneficio di quelle misure eccezionali per favorire la rivitalizzazione economica, Taranto è rimasta sempre esclusa.” Sulla base di queste considerazioni, dunque, il Sindaco Stefàno rivolge Renzi la richiesta dell’istituzione della no tax area in terra jonica confidando nell’impegno assunto dal Governo centrale e rafforzandolo con la concessione del beneficio che avrebbe ricadute importanti e positive per il rilancio del territori e di tutto il sistema economico e produttivo nazionale”.

 

 

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