Ilva: il mostro è tra noi e approfitta delle nostre divisioni

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TARANTO – Inconsistente, impalpabile, etereo, cangiante: è il mostro che ci vive accanto, che ci insegue quando tranquilli passeggiamo, lavoriamo, giochiamo. È di fianco a noi, ci sovrasta, ci impregna, ci attraversa e neanche ci pensiamo; ci accompagna silenzioso e truce, intriso d’odio e rancore. Vigliacco e senza forma copre tutto, palazzi, strade, pietre e persino fiori.

È un mantello la sua veste, grande quanto la città e anche più, intriso di polveri, minerali, metalli. Non è umano ma dell’umana opera è frutto avvelenato. Ha preso dimora qui da noi, tra la gente, tra le vie, nelle campagne. Melmoso, ferroso, gassoso, fetido, viscido, patinoso. Ammorba l’aria, sporca i muri, i prati e nel terreno affonda perché tutto vuole. Sonnacchioso ma subdolo nei giorni di bel tempo, invadente più che mai quando il vento spira forte e allora di noi si fa beffa. Perfino nel mare sguazza, nuota, affonda e come un’ombra copre ogni elemento naturale ed organismo vivente.

È un’alchimia maligna e innaturale che ci incupisce e ci fa male: toglie luce, respiro e a volte il cuore. Come una guerra ferisce, uccide e spegne i sogni di tanti. C’è chi fugge, chi combatte e chi non vede il mostro tra di noi e addirittura chi gli è complice. Impossibile vincerlo da soli: la lotta prevede collaborazione, programmi articolati, progetti alternativi, unità d’intenti. Il mostro è forte, più di ogni singolo uomo, coraggioso per quanto sia. È l’anima sinistra della città, è il nostro male oscuro. Facciamo ancora finta di non vederlo, continuiamo a vivere tranquilli nelle nostre indifferenze, nelle nostre divisioni. Continuiamo così: brinderà il mostro e riderà sornione e impallidiremo ancora in un grigiore senza fine.

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