Cento morti l’anno a causa dell’amianto solo a Taranto: nasce il comitato Ona

Dalle fornaci delle acciaierie dell’Ilva all’Arsenale Militare, alle Navi della Marina: il territorio della provincia di Taranto sta pagando un prezzo altissimo in termini di salute e inquinamento ambientale. I morti per mesotelioma nella città di Taranto, tra il 2006 e il 2011, sono la metà di quelli censiti nell’intera Puglia dal Registro regionale.

Centoventuno morti solo di mesotelioma, di cui 99 uomini e 22 donne. Per far fronte ad una battaglia che si preannuncia complessa per i prossimi anni, anche sotto il profilo giudiziario, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha deciso di rafforzare la sua presenza sul territorio pugliese, creando il Comitato Ona Taranto.

Un nuova sede territoriale, che sarà coordinata dalla signora Paola Santospirito, e diventerà un nuovo punto di riferimento per le vittime di amianto e i loro familiari. Ad oggi hanno aderito al Comitato dipendenti ed ex dipendenti della Marina Militare che hanno scoperto di aver contratto patologie asbesto correlate, come placche pleuriche, noduli polmonari e ispessimenti dell’interstizio.

“Crediamo che siano molte le persone che hanno lavorato e che tutt’ora lavorano in luoghi inquinati e che non sono a conoscenza di essere soggetti a rischio o, nel peggiore di casi, già malati, poiché una piccolissima percentuale si sottopone a screening periodici”, spiega la coordinatrice del Comitato Ona Taranto Paola Santospirito. “Il nostro obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento per chiunque voglia iniziare un percorso di controllo sanitario o legale”.

La situazione della Puglia e, in particolare, della provincia di Taranto, è molto grave. Tenendo conto che l’Italia ha una popolazione di circa 60 milioni di abitanti e che ogni anno vengono censiti 1.500 mesoteliomi, secondo i calcoli si dovrebbe rilevare un caso di mesotelioma ogni 40/50.000 abitanti. A Taranto, che ha una popolazione di 200mila abitanti, dovrebbero quindi verificarsi 4/5 casi di mesotelioma l’anno. Mentre i numeri drammatici parlano di circa 20 casi, con un’incidenza, quindi cinque volte superiore all’attesa.

“L’insorgenza del mesotelioma è solo la punta dell’iceberg: l’amianto infatti è in grado di determinare patologie fibrotiche, tra le quali l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie, e diverse patologie neoplastiche”, spiega il presidente dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni.

“Venti casi di mesotelioma l’anno corrispondono a circa quaranta decessi per tumore polmonare, e poi c’è da considerare l’incidenza delle altre patologie; quindi come associazione prevediamo che nella sola città di Taranto ci siano, ogni anno, almeno 100 decessi causati o concausati, dall’esposizione all’amianto per le patologie neoplastiche e fibrotiche”, conclude Bonanni.

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