Prc Taranto: la proposta del Reddito di Dignità di Emiliano è una misura insufficiente

regione-puglia-410x311Una misura insufficiente a contrastare realmente la povertà. Questo è il cosiddetto “reddito di dignità” proposto dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.Il provvedimento prevede 600 € al mese per nucleo familiare composto da almeno 5 persone, e con un reddito non superiore ai 3000 € all’anno (250 € al mese). Nel conteggio del reddito rientrano anche le borse di studio dei figli a carico. La durata dell’assegno è di massimo di 12 mesi. Si tratta di criteri di accesso estremamente restrittivi, che tengono fuori una platea vastissima di famiglie che, guadagnando anche poco più di 250 € al mese, si vedranno negare il sussidio, e continueranno a versare in condizioni disperate. Per non parlare di tutti i nuclei inferiori a cinque elementi. Gli stessi assegnatari tuttavia avranno problemi, dal momento che l’erogazione dura appena un anno, ed è rinnovabile a distanza di 6/12 mesi: nel frattempo quelle famiglie che faranno? 

La proposta è quindi estremamente limitata. A ciò si aggiunga che i beneficiari dell’assegno, per tutta la durata della sua erogazione, saranno tenuti a lavorare presso aziende che riceveranno appositi incentivi per la loro assunzione. Di fatto, queste imprese potranno pagare salari bassissimi a questi loro dipendenti: in questo modo i lavoratori conserveranno il sussidio, e la gran parte del costo del lavoro verrà scaricato sulla Regione. Il Presidente Emiliano si appresta così a regalare alle imprese coinvolte nel progetto denaro dei contribuenti pugliesi – compresi quelli che, pur vivendo in difficoltà economiche, non potranno accedere al “reddito di dignità”.

Insomma, la proposta di Emiliano è un pasticcio che esclude gran parte delle famiglie lavoratrici colpite dalla crisi e favorisce una manciata di imprese. Noi riteniamo che si debba fare molto altro per contrastare la povertà: anzitutto, estendere la misura a tutte le singole persone che percepiscono salari bassi (ricordiamo che oggi la soglia di povertà relativa è fissata a 500 Euro al mese) o sono disoccupate; inoltre, rilanciare interventi sociali realmente incisivi: case popolari, blocco degli sfratti, trasporti e prestazioni sanitarie gratuite. Infine, il governo regionale deve varare un serio Piano per il lavoro, investendo in settori strategici come la messa in sicurezza del territorio, per rilanciare l’occupazione e i redditi.  E’ finita l’epoca delle operazioni di facciata: la povertà è il principale problema dei nostri giorni, e va affrontata seriamente.

Remo Pezzuto (Segretario provinciale) del Partito della Rifondazione Comunista

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