Ilva, soltanto il 32% dei crediti pregressi agli autotrasportatori

Autotrasporto Ilva

indotto tir 2TARANTO – Come riportato la scorsa settimana, il giudice del Tribunale di Milano, Caterina Macchi, ha autorizzato i commissari dell’Ilva a saldare i crediti pregressi “per un importo che non superi per ciascuno di essi il 32 per cento dei crediti vantati per prestazioni rese anteriormente all’apertura della procedura e secondo tempistiche rimesse alla prudente valutazione dei commissari”. La percentuale del 32 per cento però, va intesa come tetto massimo. Non è quindi garantito che tutti avranno lo stesso trattamento. E, come abbiamo sempre sostenuto, nessuno avrà corrisposti i crediti pregressi per intero. Come riportato la scorsa settimana, sarà dunque l’Ilva a definire le modalità di pagamento attraverso la redazione di un piano che indicherà tempi ed entità delle somme che saranno corrisposte. “L’8 aprile avremo un incontro a Milano con i vertici dell’Ilva, proprio per discutere delle tempistiche dei versamenti – ha dichiarato spiega Luciano Bergadano, amministratore delegato della Transider di Novi Ligure e presidente provinciale della Fai, la federazione degli autotrasportatori sul sito alessadrianews.it -. Le premesse sono positive e credo che l’Ilva pagherà i camionisti con criteri equanimi”.

Per il pagamento degli autotrasportatori, i tre commissari dell’Ilva avevano fatto istanza al giudice delegato lo scorso 18 marzo. In seguito, si passerà alle altre tipologie di imprese dell’indotto. Le aziende del trasporto che lavorano con l’Ilva sono circa 150 in tutt’Italia e vantano crediti complessivi per 48 milioni di euro. Intanto sarà la Sanac di Vado Ligure, azienda controllata dell’Ilva ed a cui è stata estesa l’amministrazione controllata (al pari delle società Ilvaform, Innse Cilindri, Ilva servizi marittimi, Sanac, Taranto Energia e Lyonnaise Deroulage SA) a fornire i materiali refrattari industriali necessari. Lo scorso 16 giugno a Roma era stato firmato un accordo di cassa integrazione a rotazione per 30 lavoratori sui 69 presenti nel sito produttivo vadese. Nei prossimi due mesi però il numero scenderà a 10, visto il nuovo carico di lavoro. Saranno infatti soltanto 10 i lavoratori in cassa integrazione a rotazione. Conclusi questi lavori si verificherà la situazione di questi lavoratori, come ha spiegato al sito rvns.it Edoardo Pastorino, segretario provinciale della Uiltec: “Il fatto positivo è determinato sicuramente dal fatto che per un paio di mesi ci sarà molto lavoro per il forno 5 dell’Ilva di Taranto. Vedremo in seguito se ci saranno le condizioni, come speriamo, per poter avviare altre lavorazioni che consentano ai dipendenti di poter tornare a lavorare a regime. Siamo comunque in una fase molto delicata e la cassa sarà comunque attiva almeno fino all’espletamento del mandato dei commissari governativi per l’Ilva”.

Gianmario Leone

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