Incendio all’oasi “La Vela”, Wwf Taranto: “Si cerchino i responsabili”

TARANTO Non bastavano i cattivi odori che ammorbano l’aria, lo sversamento di idrocarburi in mare, le scie di fumo nero nel cielo. Ieri il territorio ionico ha subito un altro oltraggio, sempre a danno dell’ambiente: il Parco Regionale Oasi Palude “La Vela” è stato colpito da un incendio di grosse dimensioni. Riportiamo di seguito il resoconto di Fabio Millarte, presidente del Wwf Taranto.

“I Vigili del Fuoco e la Protezione Civile, a cui va tutta la nostra gratitudine per il lavoro svolto e per la messa in sicurezza del Parco, hanno lavorato sette ore per domare l’incendio e restituire alcune delle zone di maggior pregio ambientale dell’intera Regione Puglia. L’incendio ha distrutto circa 6 ettari, cioè gran parte del sottobosco nato a seguito dal pauroso incendio del 2006,  dove andarono persi circa 300 alberi, rimossi dai volontari del Wwf Taranto.

Sicuramente l’incendio ha recato grande danno per gli animali della Palude e per i visitatori. Il fuoco sembra si sia propagato da campi incolti vicini, ma da giugno la zona è devastata da incendi di sicura matrice umana, dolosa o colposa. Il primo territorio a prendere fuoco all’inizio di giugno è stato l’area detta ex-Aivam, devastata da un incendio che ha distrutto circa 100 ettari di macchia mediterranea, poi è andato bruciato l’argine destro del Canale Maestro, ed infine il destino o gli uomini hanno completato l’opera appiccando il fuoco al terreno adiacente la palude. Il Wwf Taranto invita gli organi preposti ad indagare sulle responsabilità e sulle manchevolezze di tutti, anche a seguito di ripetute segnalazioni circa la presenza di notevoli quantità di legna secca”.

 

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