Ilva, pagati stipendi gennaio – Arriva garante Aia

TARANTO –  Non è pervenuta ancora nessuna risposta da parte del ministero del Lavoro in merito alla richiesta dell’Ilva di nuova cassa integrazione in deroga per due mesi, dall’1 gennaio al 2 marzo 2013, chiesta per 1393 unità tra area a caldo e a freddo del siderurgico tarantino. Ritardo comprensibile del resto, visti i problemi sulla cassa in deroga che riguardano migliaia di lavoratori in tutta Italia, con i fondi per la copertura di tutto il 2013, al momento, garantiti dal governo soltanto sino al 31 marzo prossimo.

Intanto, nella giornata di ieri, ai dipendenti Ilva é stato accreditato lo stipendio di gennaio, evento che nelle scorse settimane era stato messo più volte in dubbio dall’azienda, a causa della presunta grave situazione finanziaria in cui verserebbero le casse del gruppo Riva, che sostiene di avere grossi problemi di liquidità anche per effetto del sequestro delle merci disposto dalla magistratura. Chissà cosa accadrà adesso che la Procura ha chiesto al gip Todisco di autorizzare la vendita di parte dell’acciaio sequestrato lo scorso 26 novembre perché deteriorabile, con il ricavato che resterà però bloccato e quindi non sarà disponibile per le casse dell’azienda.

Che ha sempre sostenuto la tesi secondo cui il ricavato derivante dalla vendita di quelle commesse, sarebbe servito a garantire il proseguo dell’attività del siderurgico tarantino, il regolare pagamento degli stipendi ai lavoratori e il rispetto delle prescrizioni AIA. Un fatto però è certo: il regolare pagamento degli stipendi di gennaio dimostra che l’Ilva i soldi li ha e non è assolutamente a corto di liquidità come invece sostiene da mesi.

Inoltre, è l’ennesima prova provata di come l’azienda si “diverta” a creare disagio sociale diffondendo ad arte notizie apocalittiche sul suo futuro, usando questo meccanismo come vero e proprio ricatto verso istituzioni e sindacati: a dimostrazione che nonostante tutto ciò che è accaduto in questi mesi, il gruppo Riva non è affatto cambiato. Tornando per un attimo alla questione della cassa integrazione invece, i sindacati attendono di avere un confronto diretto con il ministero del Welfare, visto che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrà essere indissolubilmente legato al piano tecnico presentato dall’azienda lo scorso novembre al ministero dell’Ambiente e alle fermate degli impianti.

Arriva il Garante

Quest’oggi, intanto, il Garante dell’AIA nominato dal governo, l’ex procuratore generale della Corte di Cassazione Vitaliano Esposito, avvierà la due giorni di incontri prevista a Taranto con i rappresentanti delle istituzioni, delle parti sociali e del mondo ambientalista. Si parte oggi alle 15.30 nella Prefettura di Taranto: ad essere ricevuti per primi saranno gli esponenti degli enti locali ed a seguire quelli delle organizzazioni sindacali. Giovedì mattina, invece, saranno ascoltati i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.

La due giorni di appuntamenti può essere considerato il primo vero contatto che il Garante – la cui figura é prevista dalla legge 231 – fa con la realtà tarantina dopo la prima visita compiuta insieme al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ed al commissario per la bonifica dell’area di Taranto, Alfio Pini, lo scorso 23 gennaio. Quando durante la conferenza stampa sedette accanto al presidente Ilva, Bruno Ferrante. In quell’occasione il Garante non parve troppo a suo agio, preferendo non proferire parola. Scelta saggia visto il clima di quei giorni, non proprio dei più agevoli. Comunque, il Garante avrà tutto il tempo per farsi un’idea della realtà in cui è stato calato dal governo.

La legge 231 infatti, prevede che presenti ogni sei mesi una relazione sullo stato di attuazione dell’AIA ed in caso di inadempienza da parte dell’azienda, adotti sanzioni pesanti, sino ad una “salatissima” multa pari al 10% del fatturato, che difficilmente l’Ilva potrà pagare visti i “gravissimi” problemi di liquidità. Esposito, così come il commissario per le bonifiche Alfio Pini, proverà a capire la realtà locale soprattutto ascoltando le indicazioni delle varie espressioni del territorio: il che ci induce a pensare che difficilmente avrà un’idea oggettiva e veritiera del contesto tarantino. Intanto, sempre in questi giorni, i tecnici dell’ISPRA faranno le prime valutazioni sul rispetto delle prescrizioni AIA da parte dell’Ilva, che come riportato nei giorni scorsi, ha già inviato una relazione nella quale sostiene di aver già ottemperato al 65% delle prescrizioni. Cosa che desta più di qualche sospetto. Infine: avete notato come improvvisamente, a causa della campagna elettorale in corso, l’Ilva e Taranto non siano più “il” problema dell’Italia e della sua stabilità economica? Miracoli della politica.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 13.12.2013)

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