Nuova Aia Ilva, le richieste di Altamarea

Corteo Altamarea

Corteo AltamareaLa conferenza stampa si è svolta nel salone parrocchiale della chiesa di San Pasquale Baylon, officiata dai Frati Minori di San Francesco primo “Santo ecologista”. Dopo il saluto di incoraggiamento del padre superiore Tonino Nisi, membri del Direttivo di Altamarea e rappresentanti di associazioni ad essa aderenti hanno relazionato su quanto sosterranno nel procedimento della riapertura dell’AIA di Ilva.

Il procedimento è stato avviato dal ministro dell’ambiente Corrado Clini nello scorso mese di marzo subito dopo la presentazione delle due perizie disposte dal G.i.p. Patrizia Todisco nel corso dell’incidente probatorio all’interno delle indagini a carico di Ilva Taranto condotte dalla Procura della Repubblica di Taranto. Tale procedimento assume ulteriore importanza dal momento che il ministro Clini si sta adoprando affinchè la “nuova AIA” diventi lo strumento operativo con cui dare uno sbocco al “Caso Ilva di Taranto”, divenuto caso nazionale.

Il mondo del volontariato tarantino, di cui Altamarea è un pezzo, deve accentuare ancor più la vigilanza e la sollecitazione delle Istituzioni centrali e periferiche, troppo e per troppo tempo, di fatto assenti o conniventi nei passaggi importanti della vicenda. Le intercettazioni telefoniche pubblicate che coinvolgono proprietari, dirigenti, avvocati e consulenti Ilva, importanti membri di Ministero dell’ambiente e di Commissione IPPC, Regione Puglia, ARPA Puglia, politici regionali ed altri ancora mettono a nudo la “permeabilità” delle istituzioni nazionali, regionali e locali di fronte allo strapotere di Ilva.

Nel procedimento per la “nuova AIA” di Ilva, il “pubblico interessato” , arricchito dell’auspicato apporto dei lavoratori Ilva comunque organizzati, deve esercitare con competenza e conoscenza la funzione di difesa rigorosa dell’osservanza delle norme a tutela della salute e dell’ambiente e di verifica puntuale dell’inserimento nell’AIA delle prescrizioni stabilite dal G.i.p.Todisco. Il “pubblico interessato” sarà pronto a denunciare all’opinione pubblica e a contrastare con ogni mezzo democratico l’eventuale ennesimo “misfatto” contro la città di Taranto.

Preliminarmente sarà richiesto il “ritiro in autotutela” dell’AIA rilasciata il 4 agosto 2011 dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo, incontrastato deus ex machina dell’operazione. Quell’AIA è stata fatta a pezzi prima dal G.i.p. e poi dal Tribunale del riesame: hanno posto parecchi interrogativi sulla “liceità” del rilascio di quella autorizzazione, di fatto priva di prescrizioni relative ad emissioni convogliate, diffuse e fuggitive,  avvalorando le tempestive ma inascoltate denunce di Altamarea. E’ questa la “pistola puntata” che funzionerebbe di sicuro: uno stabilimento privo di AIA non può essere tenuto in esercizio.

Sarà richiesto l’azzeramento totale della Commissione IPPC, non dei soli commissari “telefonati”. Sarà richiesta la sostituzione del Responsabile Unico del Procedimento non sufficientemente attento nei confronti dell’operato della Commissione IPPC.

A Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto e Comune di Statte sarà richiesto di designare tecnici di comprovata competenza e trasparenza, visti i risultati della precedente esperienza. Su di essi sarà esercitata la massima vigilanza da parte del “pubblico interessato”, costituendo così garanzia per la cittadinanza che non vengano fatti “inciuci”. Tale vigilanza sarà ancora maggiore nei confronti dei responsabili “politici”, che nel precedente procedimento non hanno mantenuto le promesse fatte ai cittadini. Un riferimento particolare è ai sindaci di Taranto e di Statte che avevano firmato con le Associazioni e inviato al Ministero un documento con importanti prescrizioni che poi non hanno inserito nell’AIA.

L’eventuale “nuova AIA”, comunque rilasciata, deve contenere la garanzia fideiussoria per un importo non inferiore alla somma dei costi ipotizzati per la realizzazione degli investimenti conseguenti tutte le prescrizioni lì stabilite, più il risarcimento dei danni già procurati  oltre la garanzia per eventuali grandi rischi.

In aggiunta ci adopreremo perché il Governo provveda ad istituire un fondo sociale di sostegno al reddito dei lavoratori e allo sviluppo e sosterremo ogni iniziativa volta a riconoscere maggiori garanzie di tutela e previdenza a favore dei lavoratori coinvolti. Infine provvederemo, sotto l’impagabile guida di Cittadinanzattiva,  a costituire un pool di avvocati a disposizione di cittadini e lavoratori per ogni giusta azione risarcitoria.

Ing. Biagio De Marzo per AltaMarea

 

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