Tumori dell’infanzia, record mondiale dell’Italia. Il ruolo delle polveri sottili

Il problema delle polveri sottili in eccesso nell’aria non riguarda più soltanto i grandi centri urbani. Sono 44 le città italiane con più di 35 giorni l’anno di superamento delle soglie di concentrazione nell’aria di PM10, ozono e altre molecole generate dalla combustione di derivati del petrolio. In testa alla classifica delle città più inquinate ci sono Torino (118 giorni), poi Milano (103) e Verona (98). Gli effetti di questi dati si riscontrano in molti studi, particolarmente rilevanti sono i danni subiti dai bambini.

Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Italia è il Paese al mondo con la maggior incidenza di tumori dell’infanzia, con 175 casi all’anno per milione di abitanti tra 0 e 14 anni. Seguono gli Stati Uniti con 158, Germania con 141 e Francia con 138. La distanza dell’Italia dagli altri Paesi, già notevole, è destinata a crescere perché siamo anche la nazione in cui l’incremento è più intenso.

Spiega Franco Scicchitano, Presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine Nazionale dei Biologi: “100.000 sostanze di sintesi potenzialmente cancerogene sono registrate nella sola EU, ma i composti immessi dall’uomo nell’ambiente si contano a milioni. Sconosciuti gli effetti sulla salute per quasi tutti. Manca la ricerca sugli effetti cocktail delle sostanze. Ancora, gli attuali test sulla tossicità raramente includono le funzioni neuro-comportamentali. Ed è proprio su questo aspetto che sta emergendo un ulteriore problema causato dall’inquinamento ambientale, la pandemia silente di disturbi mentali infantili. Ad esempio – conclude Scicchitano – per alcune forme di autismo e di ritardo mentale è ben chiara la relazione con l’esposizione fetale e nella prima infanzia ad alcuni composti chimici industriali dispersi nell’ambiente. Ma la ricerca scientifica sta anche dimostrando che il mercurio, a bassi livelli di esposizione, può avere effetti sub-clinici, ma tangibili, come una diminuita intelligenza, deficit di attenzione, di coordinazione motoria e aumentata aggressività, con problemi a scuola e diminuita produttività economica da adulti”.

Fonte: Commissione Ambiente dell’Ordine Nazionale dei Biologi.

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