Decreto Ilva, i nove “no” del M5S al testo “Ammazza Taranto”

Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 19 settembre 2013.ANSA / CIRO FUSCOÈ un decreto che ha nel nome la sua missione: Salva Ilva. E questo intende fare. Salvare l’Ilva e non Taranto”. È il commento dei deputati del gruppo M5S al decreto in discussione alla Camera che dicono nove ‘no’ al provvedimento. Per i Cinquestelle, infatti, “l’ultimo trucchetto per aggirare le prescrizioni più stringenti e urgenti dell’Autorizzazione integrata ambientale” è “una vera e propria porcata. Si applica un criterio numerico: entro luglio va realizzato l’80% delle disposizioni dell’Aia, a prescindere da quali esse siano. Che sia la copertura dei parchi minerari o l’apposizione di un cartello di avviso pericolo, è la stessa cosa. Una disposizione vale un’altra, secondo un criterio esclusivamente numerico. Con l’azienda che festeggia”. È poi la prima volta – denunciano – che “si introduce la super immunità, sia penale che amministrativa. Leggere per credere: i supercommissari nominati dal governo saranno insindacabili e impunibili per le azioni commesse, per colpa o per dolo, durante l’esercizio del mandato. Colpa o dolo. Un’infallibilità che neanche il Papa osa rivendicare. Nel decreto nessuna traccia nemmeno dei 30 milioni per il polo ospedaliero pediatrico pubblico promessi con le lacrime agli occhi da Renzi la notte del 24 dicembre. Si sentiva Babbo Natale, Renzi, ma era il solito Pinocchio. Noi chiediamo urgentemente il potenziamento del polo oncologico pediatrico pubblico”.

Non c’è poi, sottolineano dal MoVimento, “nessuna soluzione di lungo periodo, nessuna visione prospettica. Anche per l’indebitamento dell’indotto ci mette la solita toppa: utilizzare i fondi delle Pmi per finanziare le imprese creditrici. Lo Stato insomma interviene laddove l’azienda non riesce a pagare. Giusto dare una mano a quelle imprese ma come si fa a non capire che i cordoni della borsa non potranno essere più rischiusi?”. “E le bonifiche? Dei trenta milioni promessi da Pinocchio Renzi ne arriveranno 5. Di cui solo 500 mila quest’anno. Tra poco si bonificheranno le aiuole del quartiere Tamburi. Quegli spazi verdi avvelenati dove ai bambini è vietato giocare. Parliamo dello 0,1% delle zone inquinate che saranno coperti da 30 centimetri di terreno. Taranto e l’Italia meritano di più di un governo così”. “Chiediamo inoltre – prosegue la nota del M5S – che la valutazione di impatto sanitario sia fatta in base ai criteri più stringenti della regione Puglia, mentre il governo ne introduce di più blandi. Non basta: all’articolo 7 si introduce il commissario della portualità: avrà poteri straordinari e ci chiediamo se non sia un’anticamera per far passare con la corsia preferenziale progetti come Tempa Rossa”. “Il Commissariamento delle Imprese del gruppo Riva – concludono i Cinquestelle – rischia di essere un boomerang: tra qualche anno e dopo ricorsi e lungaggini burocratiche lo Stato Italiano potrebbe dover pagare a Riva di fatto un’indennità per aver sottratto aziende che non dovevano essere commissariate. Infine sottolineiamo che Taranto è zona free per lo Stato per l’applicazione delle norme sugli appalti: vorremmo comprendere come mai nei criteri di affitto o cessione dell’azienda non ci sia anche il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”.

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