Torre Guaceto, Provincia di Brindisi nega autorizzazione a scarico in area marina protetta

BRINDISI – Il parere negativo della Provincia di Brindisi allo scarico delle acque provenienti dal depuratore Consortile di Carovigno nel Canale Reale e quindi indirettamente nella Zona A dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, anticipato dal Presidente Ferrarese, recepisce quanto evidenziato dal Ministero dell’Ambiente, dall’ARPA Puglia, dal Consorzio di Torre Guaceto, dalla Capitaneria di Porto di Brindisi e dalla Regione Puglia Servizio Assetto del Territorio, nella conferenza di servizi del 21 dicembre. I parei di questi Enti sono stati appoggiati da petizioni popolari che hanno coinvolto l’intero territorio nazionale, da associazioni di categoria e dalle Associazioni Ambientaliste.

Visto che l’agglomerato urbano di Carovigno comprende i Comuni di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino che verranno collegati al depuratore entro 24 mesi, è opportuno che per tale data venga in via definitiva risolto il problema dei reflui depurati, in modo tale da sottrarre tale agglomerato dall’infrazione europea 2034/2009.

L’attuale Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia prevede l’immissione in mare attraverso una condotta sottomarina, delle acque depurate. Tale condotta è localizzata ad una profondità di 19 metri all’interno del SIC Torre Guaceto Macchia San Giovanni dove è presente una prateria di Posidonia oceanica; il Piano di cui sopra nella valutazione dell’agglomerato urbano di Carovigno utilizza dati non recenti in riferimento alla popolazione residente e alle strutture recettive presenti nel territorio. Pertanto il depuratore per gli stessi motivi che hanno indotto i pareri negativi scaricherà queste acque nel SIC Torre Guaceto Macchia San Giovanni SISRI, la cui bassa profondità permetterà inoltre ai reflui di risalire in superficie con il rischio del loro trasporto verso costa.

Pertanto il WWF Puglia e Legambiente Puglia chiedono che questi 24 mesi vengano impiegati per definire un progetto esecutivo di riutilizzo delle acque reflue in agricoltura e utilizzare la condotta sottomarina per l’immissione in mare delle acque non utilizzate o in caso di emergenze derivanti dal non funzionamento del depuratore, tale condotta dovrà raggiungere la profondità di 25 metri per impedire che i reflui depurati tornino in superficie e per evitare la distruzione del posidonieto.

Apprendendo dalle dichiarazioni del Presidente della Provincia di Brindisi Ferrarese, dell’esistenza di un impianto di affinamento nel territorio di Mesagne, chiediamo inoltre di verificare l’economicità di indirizzare anche le acque dell’agglomerato urbano di Carovigno in tale impianto. 

 “Questa decisione è un passo importante per la riduzione dei fattori di inquinamento che mettono a rischio l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto – dichiarano Francesco Tarantini Presidente di Legambiente Puglia e Antonio De Feo  Presidente del WWF Puglia – frutto di una battaglia partita dal basso che ha generato dapprima il giusto risalto sui media, e successivamente lo sperato cambio di posizione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi.  Ma la vicenda del Depuratore di Carovigno – continuano Tarantini e De Feo – non è ancora risolta ed i rischi sono ancora in agguato: essendo infatti la sua realizzazione necessaria, rimarremo vigili e presenti, perché avvenga nell’unico modo possibile per la salvaguardia dell’Area Marina Protetta, cioè con una condotta sottomarina che scarichi l’acqua al di sotto del termoclino, fuori dall’area in questione. Chiediamo pertanto alla Regione Puglia e dall’Acquedotto Pugliese che un siffatto impianto di affinamento sia realizzato al più presto, nel pieno rispetto dell’ambiente”.

 Comunicato stampa di Legambiente e Wwf

 

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