Rivelazione shock dalla casa bianca: “Cuba arruola 5.000 uomini per combattere in Ucraina” | Verità o propaganda anti-Onu?

Le accuse di Washington nei confronti di Cuba e le ipotesi su collaborazioni tra “Comunisti”. Cosa dicono le fonti disponibili.
In base a quanto dice un documento interno del Dipartimento di Stato statunitense, rivelato da Reuters, ci sarebbe un gioco diplomatico in corso.
L’amministrazione americana starebbe cercando di delegittimare la consueta risoluzione annuale delle Nazioni Unite che condanna l’embargo su Cuba perpetrata dagli USA.
La novità clamorosa contenuta nel testo è l’accusa rivolta all’Avana di aver inviato migliaia di propri cittadini a combattere al fianco delle truppe russe nel conflitto ucraino.
Il portavoce del ministero degli Esteri statunitense avrebbe confermato l’informazione, definendo Cuba “il secondo fornitore di combattenti stranieri per la Russia, subito dopo la Corea del Nord”.
Propaganda, diplomazia o manipolazione dell’informazione
Se ci pensate, la diffusione di queste accuse avviene in un momento che si potrebbe definite strategico. La decisione di includere nuovamente Cuba nella lista degli “Stati sponsor del terrorismo”, annunciata da Trump nel gennaio 2021, è stata una mossa tattica. Infatti, Trump ha riattivato una serie di sanzioni economiche e limitazioni diplomatiche. L’accusa del coinvolgimento diretto di Cuba nel conflitto russo-ucraino si inserisce in questa cornice: rappresenta un potente argomento per contrastare l’appoggio internazionale alla risoluzione ONU che chiede la fine dell’embargo.
Ergo, il Dipartimento di Stato rimarca che sia “fuorviante” la narrativa delle Nazioni Unite. Perché sostengono che le difficoltà economiche cubane siano dovute più alla “corruzione e incapacità” del regime comunista che alle restrizioni imposte da Washington. Pare pertanto che ci sia l’intento di costruire un racconto utile agli interessi degli Stati Uniti.
Il diavolo si trova nei dettagli
In mancanza di prove verificabili e pubblicamente accessibili, appare difficile stabilire con certezza il grado di coinvolgimento del governo cubano. Le informazioni disponibili sono frammentarie, contraddittorie e per il momento sembrano insufficienti per confermare questa teoria. Da un lato, esistono effettivamente segnalazioni di cittadini cubani reclutati o arruolati, con modalità non sempre trasparenti; dall’altro, non vi sono riscontri inequivocabili che indichino un’azione coordinata o pianificata dal governo dell’Avana.
La certezza sta nell’uso strumentale dell’informazione. La narrazione proposta da Washington serve non solo a isolare ulteriormente Cuba sulla scena internazionale, ma anche a rafforzare l’immagine di un asse antioccidentale Mosca–L’Avana, che potrebbe non riflettere la complessità reale dei fatti. Risulta una macchinazione dello scacchiere politico volta a far pensare che i comunisti si prodighino per aiutare i comunisti. Una strategia che gli Usa hanno sfruttato molto negli anni. Tuttavia le informazioni di questa collaborazione devono essere verificate ancora.