Il live‑action di Biancaneve uscito nel marzo 2025 è stato un flop | Disney deve ricalibrarsi

E’ il momento per il colosso dell’intrattenimento di rimettere in discussione le priorità e cercare di ritrovare il focus perduto.
Il live action di Biancaneve si è rivelato il semaforo rosso per la Disney. Con un budget stimato tra i 240 e 270 milioni di dollari (solo per la produzione) e oltre 400 includendo marketing e costi extra, il film ha incassato solo circa 225 milioni in tutto .
L’apertura statunitense è stata disastrosa, con un calo del 66% nel secondo weekend, sale vuote e nessun interesse. Risultati che hanno fatto sprofondare il film in un abisso sempre più profondo.
Le perdite stimate superano i 115 milioni di dollari e sono indice di un problema che la Disney sta avendo da molto tempo.
Una lunga collezione di flop, incassi bassi e problematiche che ora è impossibile nascondere.
Cosa sta succedendo alla casa di Topolino?
Il mercato dei live‑action Disney è saturo da tempo e l’azienda deve comprendere che è un problema. Dopo successi come Il Re Leone o Aladdin è emersa una certa difficoltà ad attrarre il pubblico verso i remake.
I flop più clamorosi si registrano verso i classici precedenti agli anni 90, meno radicati nella cultura pop odierna. Lilo & Stitch, con appeal nostalgico fresco ha destato molta curiosità, Biancaneve è apparso stantio.

Biancaneve una scelta sbagliata
Troppi punti controversi hanno mostrato che sin dal principio il film è stata una concatenazione di scelte apparse sbagliate. Affidare il ruolo di protagonista a Rachel Zegler di origini latine è stato il primo passo verso il flop. Il pubblico ha accusato la produzione di “whitewashing inverso” e critiche per presunta forzatura politicamente corretta. L’attore Peter Dinklage aveva criticato la presenza di persone affette da nanismo nel film. Per l’attore, in un fantasy di quel tipo, utilizzare attori veri era stereotipato. Quindi Disney ha rimosso gli attori veri e creato creature magiche .
La qualità tecnica di questa CGI è stata criticata come “orrenda”, poco realistica e poco coinvolgente. Purtroppo non sono errori isolati. Negli ultimi anni l’azienda ha collezionato una somma di scelte sbagliate che hanno compromesso molti film. Le strategie aziendali dimostrano una certa stanchezza nei confronti di remake e franchise. L’azienda si è resa conto di aver prodotto film non sufficientemente buoni e deve togliere la priorità all’eccesso di produzioni. Questo significa una selezione più severa e l’abbandono di remake o sequel che non offrono un valore narrativo solido anche se erano già in produzione. Un giro di vite necessario.