Microespressioni facciali: cosa sono e perché dicono più di mille parole

Microespressioni
Disgusto – istockphoto – InchiostroVerde.it

Forse non lo sapete ma la comunicazione non verbale è quella che può tradire le vostre vere emozioni. Fate attenzione.

Una serie tv “ Lie to me”  con protagonista Cal Lightman (Tim Roth), uno psicologo specializzato nella comunicazione non verbale, è molto utile per capire se qualcuno mente. Il carismatico professore sa comprendere le emozioni provate dagli interlocutori e soprattutto la loro effettiva sincerità.

I suoi studi sulle microespressioni sono iniziati a causa di un video di sua madre ricoverata in psichiatria. Per tutto il video la donna sosteneva di sentirsi meglio, di essere pronta per tornare a casa. Visionando il filmato a rallentatore, il dottor Lightman vide in lei un’espressione mimica di tristezza, sfuggita al medico che stava valutando l’effettiva sanità della donna. Infatti la donna si uccise.

Il focus di questa serie è che tutti mentono. Le teorie sulle microespressioni hanno subito un grande boost negli ultimi tempi.

Questo perché si è capito che le emozioni primarie sono innate, geneticamente determinate e automatiche nella loro manifestazione.

La sensazione che qualcuno dica una cosa, ma il suo viso racconta altro

Il volto non mente mai e per un frazione di secondo un’emozione semplice e innata può rivelarsi mentre vi dice altro. Le microespressioni sono movimenti rapidissimi. Avvengono in modo automatico e incontrollato, rivelando emozioni autentiche, anche quando si vuole  nasconderle.

Il pioniere degli studi sulle microespressioni è lo psicologo Paul Ekman, che ha individuato sette emozioni base visibili universalmente nei volti umani: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura, Disgusto, Sorpresa e Disprezzo. Il volto può tradirvi con una rapida contrazione delle sopracciglia, un accenno di smorfia o uno sguardo sfuggente.

Lie to me
Disprezzo – Wikipedia – InchiostroVerde.it

Leggere le microespressioni

Riconoscere le microespressioni vi permette di andare oltre le parole, cogliendo ciò che una persona prova davvero, anche se non lo dice apertamente. La gioia è contraddistinta dalla comparsa delle rughe “a zampa di gallina”, dell’innalzamento delle guance e del movimento dei muscoli facciali verso l’alto. La tristezza ha le palpebre superiori cadenti e un lieve abbassamento degli angoli della bocca.

La rabbia prevede il corrugamento della fronte e la contrazione delle labbra. Il disgusto si riconosce in quanto compaiono delle rughe all’attaccatura del naso e il labbro superiore si solleva distaccandosi da quello inferiore. La paura vede l’innalzamento  delle sopracciglia, la tensione della palpebra inferiore e l’allungamento orizzontale delle labbra verso le orecchie. Infine la sorpresa è contraddistinta dall’innalzamento delle sopracciglia e dall’apertura di occhi e bocca. Controllate e cercate di decifrare i volti.