Esiste davvero un diario segreto di Giacomo Casanova? | Perché nessuno ne parla?

Il diario di Giacomo Casanova
Casanova il diario – istockphoto – InchiostroVerde.it

Seduttore e libertino sono due aggettivi troppo riduttivi per Casanova. Un uomo andato oltre la sua leggenda.

Se si pensa a Casanova bisogna pensare a lui come ad un uomo a tutto tondo: amante, avventuriero, diplomatico, scrittore e spia.

Per anni si è vociferato su un suo leggendario diario pieno di oscuri segreti. Sebbene un vero e proprio diario non sia mai pervenuto, esiste un’opera che molto gli assomiglia scritta da lui.

E’ un autobiografia e si intitola “Storia della mia vita” (Histoire de ma vie), ed è considerata il suo “diario”.

Non si tratta di un diario vero e proprio, ma di un resoconto della sua vita, scritto negli ultimi anni, in cui racconta in modo vivido e a volte romanzato le sue avventure nell’ Europa nel XVIII secolo.

L’autobiografia che conoscono in pochi

Per molto tempo l’opera è rimasta incompleta, censurata e inedita. Dopo la morte di Casanova (1798), il manoscritto fu custodito gelosamente, passando di mano in mano. Fu rifiutato o modificato da editori spaventati dal suo contenuto. Negli anni le parti furono pubblicate in versioni tagliate o rielaborate.

Solo nel 2010 la Bibliothèque nationale de France ha acquistato l’intero manoscritto e ne ha curato una pubblicazione fedele e integrale. Il manoscritto descrive in dettaglio le avventure erotiche, politiche e intellettuali di Casanova, spesso con toni molto espliciti per l’epoca. Questo ha contribuito a costruire il mito di Casanova e anche ad impedirne la pubblicazione.

Giacomo Casanova gli scritti
La biografia di Casanova – Pixabay – InchiostroVerde.it

Cosa dice Casanova

L’avventuriero non era solo un abile amante, ma un libero pensatore ed alcuni dei suoi scritti sono molto pungenti su argomenti che per secoli hanno destabilizzato il pubblico. Si sa che avuto un’educazione religiosa, ma che ad un certo punto il suo rapporto con la fede è decisamente cambiato. «La religione è necessaria per il popolo, ma chi pensa deve cercare altrove la sua morale.» scrive nella biografia e questo mostra che non era ateo nel senso moderno, ma rifiutava dogmi imposti. Negli scritti non nega Dio, ma critica le istituzioni religiose, le superstizioni e il potere inquisitoriale. Pensava che la religione sia utile alla società, ma non sufficiente per l’individuo che vuole capire il mondo con la ragione.

Per questo motivo fu sempre attenzionato dall’Inquisizione veneziana, perché non disdegnava la compagnia di massoni, liberi pensatori e cabalisti. Leggeva e diffondeva libri proibiti, come Voltaire e Spinoza. E come hobby praticava riti esoterici e parlava di magia, astrologia e alchimia, anche solo per burlarsi dell’interlocutore. Una lettura interessante e moderna la storia della sua vita.