Ex Ilva, l’appello per un consiglio comunale monotematico pubblico

“Come genitori che hanno perso figli a causa degli effetti letali degli inquinanti industriali, come genitori che sino a pochi giorni fa marciavano silenziosamente per le strade di Taranto per ricordarli, come genitori che hanno perso i figli a causa di patologie connessa proprio alla diossina e ai metalli, non possiamo rimanere in silenzio, oggi, dopo che l’ennesima conferma scientifica, quella di Arpa Puglia, certifica una città sotto attacco della diossina, dei metalli e degli idrocarburi”. Si legge in una nota sottoscritta da diversi genitori: Carla Luccarelli, Francesca Summa, Valentina Boccasini, Angelo Di Ponzio, Mauro Zaratta, Aurelio Rebuzzi.
“Chiediamo al Sindaco di Taranto che sia svolto, nel più breve tempo possibile, un consiglio comunale monotematico, pubblico: è a rischio la salute di tutti i cittadini di Taranto – si legge ancora –  oggi viene negato il diritto all’istruzione, alla salute. In merito si è già espressa la Corte Costituzionale dei Diritti dell’Uomo: le leggi emesse per la questione Ilva negano i diritti, non tutelano la salute, fermano le sacrosante denunce. Già sapevamo che nel 2014 e 2015 sul quartiere Tamburi era piovuta più diossina di quanta ne è stata misurata dopo il disastro di Seveso. Arpa Puglia certificò quella diossina come proveniente dagli elettrofiltri dell’Ilva. Appena insediato il sindaco doveva già intervenire proprio in virtù del fatto che il Pubblico Ministero chiese l’archiviazione delle indagini per effetto dei decreti emessi mentre la Procura di Taranto oggi solleva una questione di legittimità costituzionale alla Consulta, proprio per quelle leggi condannate dalla CEDU. Sappiamo già tutto da diversi anni.
Tardiva, inefficace e non risolutiva, è una ordinanza che interviene solo per le scuole del quartiere Tamburi quando i dati scientifici confermano che l’allarme non sussiste solo nel Tamburi ma anche per i quartieri a nord della città. I dati di Arpa Puglia certificano un notevole incremento nel deposimetro della masseria Carmine, quella della famiglia Fornaro dove per i valori simili a quelli del 2018, cioè quelli di 10 anni fa rilevati nel 2008, sono state abbattute percore e capre perché contaminate dalla diossina. Quindi se la masseria della famiglia Fornaro è adiacente al Quartiere Paolo VI perché il sindaco interviene solo per le scuole del quartiere Tamburi ed ignora quelle del quartiere Paolo VI?
Inoltre, non è rispettoso far passare nella comunicazione istituzionale lo scherno nei confronti dei cittadini: in diversi comunicati stampa del sindaco e assessori abbiamo dovuto leggere parole che non dimostrano rispetto ad una cittadinanza scientifica che gode di un accreditamento nazionale ed europeo. Noi genitori, che sino a ieri marciavamo in silenzio per le strade della città, avevamo accanto tutti i cittadini, per noi e per loro chiediamo rispetto perché noi rispettiamo le istituzioni. Per affrontare serenamente le questioni ambientali e sanitarie della città di Taranto va corretto anche il livello di comunicazione. L’istituzione, e per primo il comune di Taranto, deve dare l’esempio. Ora attendiamo che i lavori di Palazzo di Città abbiano come tema unico la Salute e l’Ambiente e che questi lavori siano svolti a partire da un consiglio comunale straordinario e monotematico dove il cittadino sia al centro, sia protagonista del proprio futuro”.