Taranto al voto, Grillo riempie la piazza e lancia la sua sfida ai dinosauri dell’Ilva
TARANTO – Un tour nel girone infernale. Nella Taranto che vive in apnea negando ai bambini anche il diritto di giocare nei giardinetti pubblici. Beppe Grillo, in città per sostenere il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Francesco Nevoli, si fa accompagnare davanti al parco minerali dell’Ilva e al rione Tamburi. Un pomeriggio dedicato all’ascolto e alla scoperta di un universo complesso e, in molti casi, compromesso.
Alle 20, il comizio in centro, in una piazza Maria Immacolata colma di gente. Un segnale di vitalità e partecipazione popolare che solleva l’animo di molti attivisti. Certo, non è sinonimo di un sicuro approdo al ballottaggio, ma restituisce il buonumore a un Movimento che ha dovuto far fronte a divisioni interne e a qualche mal di pancia non ancora sopito.
Reddito di cittadinanza, chiusura delle fonti inquinanti, riconversione economica, bonifiche, bilancio partecipato, sostenibilità ambientale: sono queste le parole chiave del cambiamento proposto da M5S in una realtà ancorata alla monocultura dell’acciaio, incapace di sfruttare le proprie bellezze naturali e di valorizzare la propria storia. E nella visione di Grillo anche la storia più recente, quella marchiata dal siderurgico, può essere vissuta in maniera più costruttiva trasformando giganteschi dinosauri (le ciminiere) in elementi da archeologia industriale.
Non è passata inosservata, agli occhi di Grillo, l’immagine che sovrasta l’altare della chiesa Gesù Divin Lavoratore (rione Tamburi) con un Cristo circondato da ciminiere. Un pugno al centro dello stomaco per chi – da tempo – vede in quelle ciminiere solo degli strumenti di malattia e morte.
«Quell’immagine in passato, forse, aveva un senso, anche evangelico – dice il leader del Movimento durante il comizio – ma le culture cambiano. Lì c’è gente che vive i “wind day” ed è costretta ad adattarsi ad una tecnologia che appartiene al Paleolitico. Deve modificare i polmoni, i bronchi, i reni, per poter sopravvivere. I bambini devono stare chiusi nelle scuole, non possono giocare all’aperto, tutti sono condannati a vivere in apnea».
In merito alla nuova epoca che si apre per l’Ilva, sotto il segno di Arcelor Mittal e Marcegaglia, Grillo non lascia intravedere alcuno spiraglio positivo. «Si rischia di fare la fine di Piombino. Durante le elezioni regionali, i politici hanno annunciato l’arrivo di un algerino pieno di soldi che avrebbe salvato i posti di lavoro, ma alla fine non si è visto nulla». Ed ha aggiunto: «Ciò che serve è un reddito universale che permetta di ridistribuire la ricchezza. I caproni, invece, non mollano le idee vecchie e questa archeologia industriale». Poi, un invito ai cittadini: “Lasciate perdere la parola lavoro. E’ pericolosissima. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro ma se il lavoro non c’è che Repubblica è?”.
Come salvare reddito e salute senza lasciare a casa i lavoratori dell’Ilva? L’intento del Movimento è ambizioso: impegnare la forza lavoro nella bonifica dell’area industriale; salvare il reddito degli operai, quindi, facendoli sentire artefici di un cambiamento positivo per l’intera città e non più complici di avvelenatori pubblici o privati. Un concetto ribadito anche da Francesco Nevoli, che ha diviso il palco con altri candidati sindaco della provincia ionica (da Mottola a Palagiano passando per Castellaneta). E’ su questa scommessa ardita che si gioca l’approdo, o meno, di M5S al ballottaggio il prossimo 11 giugno. Con uno sguardo ad esperienze estere solo in apparenza lontane: Pittsburgh, Bilbao, Ruhr. Lì i dinosauri dell’industria pesante hanno smesso di imperversare. Da tempo.