Continua con l’azione World Advanced Saving project per Taranto il progetto ReVES2 che, sostenuto da Fondazione con il Sud, vede operare in rete un ampio partenariato di associazioni di volontariato di cui fanno parte, l’Associazione “Marco Motolese”, capofila, APMAR, Amici della fattoria Dante Torraco, Movimento Shalom, AGE, AIDO, AIC, Protezione Civile, Sherwood e Solirunners.
L’azione World Advanced Saving project per Taranto è tesa a favorire l’apprendimento delle modalità di autocostruzione di stampanti 3d da parte di un gruppo di studenti dell’ITIS “Pacinotti” di Taranto e di dieci rappresentanti delle associazioni della rete ReVES 2, un’azione che prevede la possibilità ulteriore di creare una community dal basso che sperimenti l’autoproduzione di beni in favore del Terzo settore.
Gli studenti dell’ITIS “Pacinotti” parteciperanno al processo di attivazione di una vera e propria “community” incentrata sulle opportunità legate alle stampanti 3d, le cui specifiche potenzialità saranno acquisite dai ragazzi in occasione di questo secondo percorso formativo.
Il know how così acquisito potrà favorire processi di autoimprenditorialità e, inoltre, generare sullo stesso territorio microcomunità di produzione e consumo; soggetti particolarmente a rischio di emarginazione sociale, individuati dai partner di progetto, potranno altresì prendere parte a questi processi di autoimprenditorialità.
Il Corso di stampa 3D, tenuto dall’Ing. Umberto Talamo e dal prof. Giuseppe Piepoli, si terrà al “Pacinotti” a partire da oggi, dalle ore 15.00 alle ore 18.00; saranno trattati la prototipazione di oggetti utilizzando semplici ma potenti CAD 3D, l’assemblaggio di una stampante 3D e il suo utilizzo con gli appositi programmi di stampa.
Durante il corso saranno stampati piccoli oggetti di vario genere e approfondite le possibilità lavorative legate alla “fabbrica diffusa”, complementare al tradizionale metodo di produzione su larga scala con presse a iniezione.
«L’esperienza positiva maturata negli anni precedenti dalla rete ReVES – ha spiegato Carmen Galluzzo Motolese, presidente della capofila “Marco Motolese” – rappresenta una buona pratica riguardante le reti di organizzazioni del terzo settore, ancora più meritoria perché realizzata in un contesto complessivo territoriale nel quale le reti sociali necessitano di essere promosse e rafforzate, in ragione della urgenza di dare risposta a numerosi bisogni, così come indicato nello studio BES (2013) promosso dall’Istat sugli indicatori di benessere equo e sostenibile».
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