Ilva, Stefàno parla con pochi giornalisti e dice: “Mozione errata su revoca Aia”

TARANTO – Ammettiamo subito che è imbarazzante riferire di una conferenza stampa a cui non siamo stiamo invitati. Dal Comune di Taranto, infatti, non è giunto alcun comunicato. A quanto pare, il sindaco Ezio Stefàno ha preferito coinvolgere nella “chiacchierata” coi giornalisti – così l’ha definita – solo alcune testate (un paio della carta stampata e un’emittente televisiva).

Se noi possiamo testimoniare questa iniziativa (improvvisata) del sindaco lo dobbiamo ad uno spiffero che ci ha raggiunti a metà mattinata. Anche altre testate sono rimaste sorprese dal mancato invito all’incontro in cui Stefàno ha contestato l’approvazione – a maggioranza – da parte del Consiglio Comunale della mozione in cui si chiede la revoca dell’Aia all’Ilva. “Mozione errata nella forma e nell’indirizzo”, così l’ha definita il primo cittadino.

Stefàno ha spiegato di aver nuovamente richiesto (in data 4 novembre) a Ministero della Salute, Asl, Arpa Puglia ed altri soggetti competenti, il parere in merito alle criticità sanitarie esistenti a Taranto, anche a seguito della divulgazione dei risultati dello Studio Forastiere (qui il nostro approfondimento). Finora non è giunta alcuna risposta. «Con il loro silenzio mi stanno dicendo che la situazione non è pericolosa – ha detto il sindaco – altrimenti, da persone coscienti, mi avrebbero dovuto scrivere che c’è un pericolo». 

In base a ciò non sussisterebbero, quindi, le basi per emettere un’ordinanza contro l’attività dell’Ilva. Ricordiamo che lo scorso 4 ottobre, il sindaco aveva convocato i giornalisti per annunciare il proposito di firmare un’ordinanza di chiusura del siderurgico. La bozza era già pronta ma la firma del provvedimento, com’era ampiamente prevedibile, non c’è mai stata. Ora il sindaco se la prende con la mozione approvata dal Consiglio Comunale per chiedere la revoca dell’Aia. Mozione che, a suo parere, rischia di generare confusione e allarmismo.

LA REPLICA DI AMBROGI MELLE

«Rimango allibita dalla risposta che il nostro sindaco ha dato riguardo la mozione – si legge in una nota di Lina Ambrogi Melle (Ecologisti per Bonelli), prima firmataria della mozione –  continua ad elencare le sue “letterine” che rimangono sempre senza risposta, indirizzate agli organi istituzionali dove chiede conferma di dati ufficiali forniti dagli stessi organi». 

In merito allo Studio Forastiere, commissionato dalla Regione Puglia e realizzato in collaborazione con la Regione Lazio, Arpa e Asl, Ambrogi Melle dice: «Si tratta dell’ennesimo studio epidemiologico che aggiorna e conferma ancora una volta i terribili dati sanitari  di quello che era stato realizzato in un incidente probatorio della magistratura e  che aveva portato il 26 luglio 2012 ad un’ordinanza di fermo immediato di alcuni impianti pericolosi dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto. Le stesse evidenze scientifiche sono state successivamente confermate dallo studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Registro Tumori.

 Insomma stiamo parlando di dati ufficiali pubblicati dagli enti preposti cui inspiegabilmente il nostro sindaco chiede ancora conferme e validazioni. Data la gravità della situazione sanitaria, ambientale e sociale di Taranto, è arrivato il momento di intraprendere azioni più forti e decisive delle semplici lettere, seguendo la strada già percorsa con successo dalle istituzioni di Genova nel 2002 che, con la chiusura della problematica area a caldo, hanno permesso di salvare la salute ed il lavoro».

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