Ilva, Ambrogi Melle dopo il voto su revoca Aia: “Area a caldo da fermare immediatamente”

Ilva Ue Taranto

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di Lina Ambrogi Melle, consigliere comunale del Gruppo Ecologisti per Bonelli, che ritorna sulla mozione approvata due giorni a fa – a maggioranza – dal Consiglio Comunale in cui si chiede la revoca dell’Aia all’Ilva.

Dopo la pubblicazione lo scorso 3 ottobre 2016 di uno studio epidemiologico commissionato dalla Regione Puglia nel 2014 al dott. Forastiere che ancora una volta conclude senza esitazione che “l’esposizione continuata agli inquinanti emessi dall’Ilva di Taranto causa malattie e morti “, ho fatto immediatamente un’interrogazione urgente al sindaco di Taranto per sapere se intendesse chiedere al ministero dell’Ambiente l’attivazione delle procedure dell’art. 29-decies del Dlgs. 152/2006 e s.m.i. e quindi la revoca dell’Aia all’Ilva

Non avendo ricevuto alcuna risposta , ho ritenuto opportuno impegnarlo tramite una mozione in cui ho coinvolto altri consiglieri che auspicavo venisse approvata all’unanimità in Consiglio comunale, essendo i temi della vita e della salute di tutti noi trasversali e di interesse collettivo. Il mio obiettivo era quello di coinvolgere tutto il consiglio comunale ad impegnare il sindaco ad un’azione forte che andasse oltre le semplici letterine e che fosse un segnale politico al Governo che ha sì fatto a riguardo dieci leggi, ma per non fermare le fonti di pericolo per noi tarantini, come aveva ordinato la magistratura nel luglio 2012 e per questo denominate leggi “salva Ilva”.

Ora , com’e’ noto, abbiamo fatto un ricorso collettivo alla Corte di Strasburgo e l’avvocato Andrea Saccucci che ci rappresenta, ha ottenuto in appena tre mesi, il 2 febbraio 2016, la trattazione urgente del caso proprio perché è riuscito a portare all’attenzione della Corte di Strasburgo queste leggi “salva Ilva” che violano i nostri sacrosanti diritti alla vita ed alla salute.

Entro il prossimo 12 dicembre 2016, il Governo italiano dovrà presentare alla Corte le sue difese, anche se ha già chiesto ed ottenuto due proroghe, evidenziando così le sue difficoltà. Ma, come i nostri avvocati hanno preventivato, entro il 2017 arriveremo a sentenza. Per questo sollecito ancora una volta i nostri rappresentanti istituzionali, come il nostro sindaco ed il presidente della Regione Puglia, a seguire l’esempio dei loro colleghi genovesi nel 2002 che, per ragioni sanitarie, hanno portato alla chiusura dell’area a caldo dell’Ilva di Genova, salvando la salute ed il lavoro.

Come rappresentante della lista civica “Ecologisti per Bonelli ” ribadisco che noi siamo rimasti fedeli alle nostre promesse elettorali alle scorse amministrative del 2012 ed ora, come allora, riteniamo l’area a caldo dell’Ilva di Taranto incompatibile con la vita e pertanto è quanto mai necessario che venga fermata immediatamente, come del resto aveva ordinato successivamente , con un’ordinanza il 26 luglio 2012, la magistratura di Taranto.

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