PeaceLink: nelle acque di falda sotto l’Ilva c’è cromo esavalente

PeaceLink mette online i dati della contaminazione del suolo sottostante i parchi minerali ILVA e della falda. Di seguito il corposo dossier dell’associazione ambientalista.

Li avevamo chiesti al Ministero dell’Ambiente e la risposta è stata: venite a Roma a prenderveli e pagate in base al tariffario. Ci è sembrato assurdo ricevere questa risposta, nell’era di Internet e degli open data.

Ecco la risposta del Ministero dell’Ambiente alla nostra richiesta

https://drive.google.com/open?id=0B8fZIrgs4CggU1JhQTRqTnJyZUFRaDJ0c2ZmZ2V4Yi1ON0hF

La segreteria del ministro Galletti era informata.

Ci siamo rivolti ad Arpa Puglia per ottenere i dati e ora possiamo condividere – con questa conferenza stampa – lo stupore e l’indignazione per quello che abbiamo appreso. L’inquinamento riscontrato sotto ai parchi minerali è infatti terribile.

Siamo di fronte ad un disastro ambientale che riguarda il suolo e in particolare la falda.

Lo ha certificato Arpa Puglia con un Piano di Caratterizzazione integrativo dell’Area “Parchi Primari” e “Parco Loppa” approvato con prescrizioni nella Conferenza di Servizi decisoria del 18/12/2013.

“Scarsa attendibilità” delle precedenti analisi

“Nel piano di caratterizzazione integrativo – scrive Arpa Puglia – si è riscontrato un numero maggiore di superamenti delle CSC (Concentazioni Soglie Contaminazione) rispetto alla precedente caratterizzazione, a conferma della scarsa attendibilità delle indagini eseguite nell’intervallo temporale 2006-2008”.

Proprio così: Arpa Puglia denuncia la “scarsa attendibilità delle indagini eseguite nell’intervallo temporale 2006-2008”.

I superamenti delle CSC (Concentrazioni Soglie Contaminazione)

Ed ecco i dati terribili: “In particolare nel suolo – scrive Arpa Puglia – sono stati rilevate superamenti per Mercurio, Cadmio, Nichel, Cromo totale, idrocarburi C<12, Idrocarburi C>12, vanadio, pirene, indenopirene, benzo(a)antracene, benzo(a)pirene, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, benzo(g,h,i)perilene, dibenzo(a,h)antracene, crisene, sommatoria IPA. Nelle acque sotterranee della falda superficiale superamenti per  Benzo(k)Fluorantene e Cromo esavalente (10 campioni), Benzo(g,h,i)Perilene e Indenopirene (8 campioni), Benzene (5 campioni), Benzo(b)Fluorantene, Dibenzo(a,h)Antracene, 1,1-Dicloroetilene, e Tetracloroetilene (4 campioni), Para-Xilene e Cromo totale (3 campioni), Etilbenzene, Toluene, Cloruro di vinile e 1,2-Dicloroetano (2 campioni), Antimonio, Cobalto, Mercurio, Piombo e Tricloroetilene (l campione).  Per quanto riguarda la falda profonda i superamenti delle CSC (Concentazioni Soglie Contaminazione) sono riconducibili alla presenza dei seguenti parametri: Piombo (41 campioni), Ferro (33 campioni), Manganese (33 campioni), Triclorometano, Alluminio (16 campioni), Tetracloroetilene (14 campioni), Cromo totale e Nichel (4 campioni), Arsenico, Benzo(a)Antracene, Benzo(a)Pirene (3 campioni), Benzo(k)Fluorantene, 1,2-Dicloropropano (2 campioni), Indenopirene, 1,1Dicloroetilene (1 campione). Le più recenti analisi di validazione condotte da ARPA (2014-2015), i cui risultati devono ancora essere trasmessi, hanno rilevato superamenti delle CSC per Arsenico, mercurio, ferro, manganese, cromo totale, selenio, tallio, fluoruri, solfati, dicloropropano, 1,1-dicloroetilene”.

Contaminazione Parchi minerali ILVA e quartiere Tamburi

Molte di queste sostanze altamente tossiche sono state riscontate anche nel terreno e nella falda del Quartiere Tamburi (http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/31967.html) sono quelle ritrovate nel suolo e nelle acque di falda del parco minerali.

Cromo Esavalente nella falda superficiale

Ci preoccupa moltissimo che siano stati riscontrati superamenti ad esempio per il Cromo Esavalente acque sotterranee della falda superficiale. Ricorderemo che nel film “Erin Brockovich – Forte come la verità” al centro della contaminazione cancerogena c’era proprio il cromo esavalente che a Taranto viaggia nelle acque sotterranee e potrebbe essere finito anche nei pozzi e nel Mar Piccolo.

Piombo della falda profonda

E la notizia drammatica è che anche la falda profonda è stata contaminata, in particolare con il piombo. Questo potrebbe segnare un punto di non ritorno per l’ecosistema di Taranto in quanto la falda profonda è difficilissima da bonificare.

Ricordiamo che il piombo che è stato rinvenuto nella falda profonda è anche presente in eccesso nelle urine di molti tarantini che hanno ricevuto a casa negli anni passati i dati di un preoccupante biomonitoraggio.

Acque di falda e Mar Piccolo

Il rapporto fra falda superficiale, falda profonda e mar Piccolo è molto stretto e delicato.

Non si possono ignorare le interconnessioni fra quello che accade sotto l’ILVA, la falda sotto il quartiere Tamburi e le direttrici di deflusso verso il mare.

Evidenziamo che le acque di falda sottostanti il Parco Minerali sono collegate al Mar Piccolo, come abbiamo già da tempo evidenziato (http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/43232.html).

A pagina 15 del Piano di Caratterizzazione delle aree delle scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel quartiere Tamburi si legge che “il deflusso della falda superficiale avviene dall’entroterra verso il Mar Piccolo con assi di deflusso orientati grossomodo radialmente verso questo bacino. In corrispondenza del quartiere Tamburi quindi tale flusso dovrebbe avvenire indicativamente da NNW verso SSE”.

Per la falda profonda “esiste infatti nel sottosuolo uno spartiacque, avente direzione nordsud,

che passa, all’incirca in corrispondenza del Comune di Statte: ad oriente di questo l’acqua

defluisce verso il Mar Piccolo, ad occidente scorre verso la sorgente Tara”.  

Copertura parchi minerali

Ricordiamo che per intervenire nel parco minerali al fine di realizzare la copertura prevista dalla prescrizione 1 dell’AIA occorre preliminarmente caratterizzare i suoli (ossia analizzarli) per verificare la contaminazione. Nessun intervento di edificazione è consentito dalla legge se i suoli contaminati non vengono bonificati.

Un grido di allarme

Di fronte a questi dati drammatici abbiamo ritenuto doveroso mettere online tutto il materiale ricevuto e rompere il muro di silenzio, lanciando un grido di allarme.

Con questa conferenza stampa vogliamo lanciare un allarme alle istituzioni perché la situazione del suolo e della falda è di gran lunga peggiore a quella che ci è stata raccontata negli anni passati. Le acque sotterranee sono pesantemente contaminate, in particolare da metalli pesanti e da sostanze cancerogene che avvelenano l’ecosistema penetrando sempre più in profondità, con gravi rischi sanitari oltre che ambientali.

Ci sembra assurdo che su questo non ci sia dibattito in città e che la politica arranchi o sia distratta quando da tempo erano attesi i dati dei terreni e delle acque sotterranee sottostanti ai parchi minerali.

AIA e obbligo di ripristino dei suoli

Dato che la legge richiede il ripristino dei suoli al momento della cessazione delle attività, chiediamo l’attuazione della prescrizione 27 dell’AIA e chiediamo se siano state accantonate risorse per i conseguenti interventi di bonifica (con le relative fidejussioni). Questa è la prescrizione dell’AIA:

Fonte: http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli/tabella-riassuntiva-delle-prescrizioni-aia/ILVAtabellaprescrizioniriesamefinale.pdf

Si legge nella prescrizione 27 dell’AIA: “Si prescrive all’Azienda di indicare, entro sei mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA, un cronoprogramma dettagliato che illustri l misure già in corso, nonché le misure programmate che l’Azienda intende adottare, al fine di evitare, ai sensi dell’articolo 6 comma 16 lett. f) del decreto legislativo 152/2006 e s.m.i., l’insorgere di qualsiasi rischio di inquinamento delle matrici ambientali e di incidente rilevante conseguente alla cessazione definitiva delle attività esercitate nello stabilimento, o in parti di esso”.

Evidenziamo che non è stato ancora applicato il principio “chi inquina paga”.

L’obbligo diventa ancora più stringente con il recepimento della direttiva europea 75/2010.

MISE (Messa In Sicurezza di Emergenza)

Da molto tempo si sa che manca un sistema di messa in sicurezza di emergenza per bloccare la contaminazione della falda sotto l’ILVA.

A questo punto rendiamo pubblici tutti i dati sul sito di PeaceLink come gesto di stimolo di provocazione per chiedere interventi urgenti.

Va purtroppo annotato che il 16 marzo 2016 si è tenuta la Conferenza dei Servizi per esaminare la situazione. Il Comune di Taranto – da una nostra consultazione del verbale – non risulta presente.

Nella “Proposta di Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria”

del Comitato di Esperti Giuseppe Genon, Lucia Bisceglia e Marco Lupo del 15/09/2013 a pagina 42 si legge:

“Il procedimento di bonifica dell’area ILVA, che come noto ricade all’interno del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Taranto, perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10 gennaio 2000, ha subito un rallentamento a seguito del notevole contenzioso amministrativo, instauratosi già a partire dalla conferenza di servizi del 19 ottobre 2006 e proseguito da ultimo anche relativamente alla conferenza di servizi del 3 maggio 2012, con le quali, in seguito ai risultati della caratterizzazione, veniva richiesto all’azienda, in qualità di responsabile della potenziale contaminazione, di attuare interventi di messa in sicurezza di emergenza su suoli, falda e discariche.

Ad oggi, di fatto, il procedimento di bonifica si è concretizzato quasi esclusivamente nella esecuzione della caratterizzazione i cui risultati peraltro sono stati validati da ARPA Puglia soltanto relativamente a terreni, acqua della falda superficiale e profonda ma non relativamente al top soil. Non risultano eseguiti significativi interventi di bonifica e/o messa in sicurezza di emergenza ad eccezione dei suoli di alcune aree funzionali all’esercizio degli impianti”.

Fonte: http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio_immagini/comunicati/Ilva/Piano%20Comitato%20Esperti.pdf

Come sappiamo l’ILVA dei Riva si è sempre strenuamente opposta, con numerosi ricorsi, alla realizzazione dei costosi interventi di Messa in sicurezza di emergenza.

E ora che ILVA è a gestione pubblica farà la messa in sicurezza di emergenza?

L’obbligo di limitare la contaminazione

La cosa è di particolare importanza se si leggono le carte della Conferenza dei Servizi collegata alla questione dei Parchi Minerali, della loro contaminazione e degli interventi conseguenti da realizzare.

In tale Conferenza di servizi si parla di vari superamenti delle CSC (Concentrazioni Soglie Contaminazione) dei suoli e delle acque di falda e si richiede all’ILVA “di predisporre un’analisi di rischio sanitaria ai fini della verifica del rischio sanitario per i lavoratori presenti nell’area oggetto di caratterizzazione e dell’adozione di idonee misure di prevenzione”.

Non solo. La Conferenza dei Servizi chiede all’ILVA “di adottare tutte le misure di prevenzione finalizzate a circoscrivere, limitare la diffusione della contaminazione”.

Ed ecco l’affondo che si legge nel verbale: “Ai sensi dell’art. 245, comma 2, del dlgs 152/2006, anche il proprietario e/o il gestore dell’area, non responsabile della contaminazione, devono attivare idonee misure di prevenzione secondo le procedure di cui all’art.242 dello stesso decreto. Si tratta di un vero e proprio obbligo di garanzia in virtù del quale non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”.

Che cosa aspettiamo a questo punto?

Con questa conferenza stampa richiamiamo tutte le forze politiche, tutte le istituzioni e il governo in particolare a richiedere e a dare urgente esecuzione a quanto richiesto dalla stessa conferenza dei servizi in quanto “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”.

Informare la Procura

Porteremo queste carte in Procura in quanto chi dovesse aspettare ancora si renderà colpevole dell’aggravamento della contaminazione. Basta con l’inerzia: la contaminazione arriva nelle viscere della terra e nelle viscere degli stessi abitanti.

I dati che il Ministero dell’Ambiente voleva farci pagare sono ora gratis online!

I dati sono adesso disponibili per tutti. Clicca qui per vedere i dati della contaminazione del terreno e della falda sotto i parchi minerali dell’ILVA di Taranto: http://www.peacelink.it/ecologia/a/43706.html

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