Ilva, allevatori e mitilicoltori tra le parti civili ammesse al processo Ambiente Svenduto

TARANTO – Ci sono anche i militicoltori ionici tra le parti civili ammesse oggi nell’ambito del processo per disastro ambientale dell’Ilva denominato “Ambiente Svenduto”. Lo rende noto l’avv. Mimmo Lardiello che rappresenta nel procedimento diversi operatori rimasti danneggiati a causa dell’inquinamento (diossine e pcb) prodotto dal siderurgico nel primo seno di mar Piccolo. Ammesse quasi tutte le parti civili (allevatori, Fondo Antidiossina, Verdi, Altamarea, Codacons, per citarne alcune) tranne PeaceLink nazionale, in quanto è stata ammessa quella radicata a livello locale. Solo alcune parti civili sono state escluse perché costituitesi erroneamente in ambito di infortuni mortali sul lavoro (i due operai deceduti Francesco Zaccaria e Alessandro Morricella).

Ricordiamo che la Corte d’Assise è rimasta in sella nell’esame del caso perché nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha respinto l’istanza di ricusazione formulata dalla difesa di uno degli imputati. Quest’ultima aveva eccepito sul fatto che gli stessi magistrati potessero presiedere in processo in Assise essendosi gia’ pronunciati sulla posizione del loro assistito, l’ex assessore della Provincia di Taranto, Michele Conserva, con delega all’Ambiente. E la Corte d’Assise oggi era tenuta a sciogliere le sue riserve in merito alla costituzione di nuove parti civili nel processo di Taranto, arrivate ora quasi ad un migliaio tra ministeri, Regione Puglia, Comune di Taranto, sindacati, associazioni ambientaliste e di agricoltori, allevatori, mitilicoltori, nonché cittadini e lavoratori, che rivendicano di aver subito danni e decessi a seguito dell’inquinamento dell’Ilva.

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