Vuoi ottenere un “Sì”? Ecco come devi porre la tua richiesta

 

Comunicare non è mai una cosa semplice e questo, ormai, lo abbiamo ben compreso un po’ tutti. Ma soprattutto oggi in un mondo così variegato e complesso, dove i bisogni si fanno sempre più ampi e pressanti e difficili da gestire, capire e farsi capire diventa davvero un’impresa ardua. E le difficoltà di moltiplicano quando abbiamo la necessità di avanzare una richiesta e davanti a noi c’è qualcuno che già sappiamo ci rifilerà un no. Le ragioni del diniego potranno essere le più svariate ma di sicuro, se sarà troppo preso dalle sue stesse esigenze, le nostre passeranno inevitabilmente in secondo piano.

Tuttavia, con qualche piccolo accorgimento, possiamo innalzare la percentuale delle probabilità che chi ci ascolta, sia esso capoufficio, collega, marito, moglie, figlio o alunno, si renda rapidamente ben disposto nei nostri confronti e venga incontro alla richiesta che avanziamo. Sto parlando di domande cosiddette preconfezionate che prevedano sempre una certa logica di impostazione che andrà poi a stimolare nell’interlocutore la motivazione all’accoglimento.

Sono richieste “impacchettate” che si basano essenzialmente su tre fasi: la prima è la comprensione a cui farà subito seguito la richiesta che ci preme avanzare e in chiusura offriremo l’elogio, cioè una considerazione positiva su quelle determinate qualità dell’altro che vorremmo fossero messe a nostra disposizione. Vi faccio un esempio pratico e molto semplice, in modo da comprendere meglio di cosa si tratta. Poi ognuno potrà esercitarsi applicando nella vita di tutti i giorni questa piccola strategia e verificando sul campo e di persona se davvero riesce a raggiungere più facilmente i propri obiettivi oppure no.

Immaginiamo che vostro figlio sia particolarmente indolente e mai si sognerebbe di darvi una mano, ad esempio, in giardino. Ma voi avete proprio bisogno che qualcuno vi aiuti a spostare un grosso vaso pieno di terra e con dentro una cycas che è cresciuta oltre misura. Anziché irrompere nella sua stanza urlando che è un fannullone e non combinerà mai niente nella sua vita ma che almeno provasse a spostare quella pianta per obbedire a sua madre, provate in un altro semplice modo. Bussate e poi aprite la porta mostrandogli innanzitutto comprensione.

Ad esempio potrete dirgli “So che sei occupato e ti rubo solo qualche secondo”. Poi partite con la vostra richiesta con una frase del tipo: “Ho bisogno del tuo aiuto per spostare la cycas”. E chiudete rapidamente la vostra richiesta con una breve frase elogiativa ma che sia davvero tale e non solo recitata, perché altrimenti chi vi ascolta saprà che state mentendo e che non pensate affatto ciò che state pronunciando. Potrete chiudere con: “Solo tu hai abbastanza forza per farlo. Nemmeno tuo padre ci riuscirebbe”.

In questo modo non solo lo avrete elogiato, riconoscendogli una qualità che andrà ad innalzare la sua autostima ma gli avrete offerto anche una competizione positiva con il padre. Non è detto per certo che si alzerà rapidamente dalla sua poltrona o dal suo letto per corrervi incontro. Forse proverà a protestare per un po’. Ma vedrete che sarà sicuramente più ben disposto a offrirvi la sua prestazione. E se davvero dovesse farlo, fate in modo di lodarlo o di ringraziarlo, meglio ancora se davanti al padre.

Questo esempio può valere per mille altri. Provate con vostro marito, vostra moglie, un’amica o il vostro capo. Prima di esporre una vostra idea o di avanzare una richiesta, di qualunque genere essa sia, partire sempre con una breve frase di comprensione poi lanciate la domanda e concludete con una lode. Sperimentatevi nei campi che più riterrete idonei e con le persone che vorrete o che ritenete più care. A voi non costerà nulla ma i risultati potrebbero essere davvero inaspettati e sorprendervi piacevolmente.

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A cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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