Emergenza salute: Emiliano tornerà a Taranto il 21 novembre per rifare il punto

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TARANTO – L’incontro pubblico sul tema “Disordine Ospedaliero: i malati non sono numeri”, promosso dal comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”, si è chiuso con un impegno: il 21 novembre, alle 14.30, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sarà di nuovo a Taranto per fare il punto sui passi che saranno compiuti da qui a due mesi sul fronte sanitario. L’obiettivo è quello di mettere le parole alla prova dei fatti, così come sollecitato da Cataldo Ranieri, presidente del comitato, perché il tempo delle promesse e dei proclami è terminato da un pezzo.

Dall’incontro è emersa una conferma: la volontà del governatore di trasformare l’ospedale “Moscati” in un Polo Oncologico. «La decisione è stata presa – ha dichiarato Emiliano – da questa estate stiamo lavorando all’implementazione del “Moscati” e a breve avremo i risultati che ci aspettiamo. Il ruolo dell’IRCCS di Bari non sarà quello di entrare nell’organizzazione del “Moscati” ma di fornire dei suggerimenti per lavorare meglio. Da parte sua non ci sarà alcuna ingerenza su Taranto».

Il convegno ha avuto il merito di mettere in contatto le istituzioni con i malati e i medici in un “faccia a faccia” che in certi momenti è stato anche teso. Strutture inadeguate, carenza di personale, macchinari ormai superati, liste d’attesa snervanti: sono questi i disagi che quotidianamente devono affrontare i cittadini che già patiscono le sofferenze dovute al cancro.

Sofferenze raccontate attraverso le voci, i volti e le emozioni di donne malate (carcinoma alla mammella, tumore del sangue, linfoma non-hodgkin) protagoniste dei filmati trasmessi durante il convegno, tra un intervento e l’altro. Malattie e lutti testimoniati anche dai braccialetti indossati dai “liberi e pensanti”: bianchi (per i sani), rossi (per i malati), neri (per chi ha perso un proprio caro).

Emblematica la situazione del reparto di “Radioterapia” dove si verifica spesso il blocco dei macchinari. Disagio che comporta il trasferimento dei malati in altre sedi o il rinvio delle cure. Ne ha parlato ampiamente il dottor Giovanni Silvano, direttore della Radioterapia: «E’ assolutamente necessario l’utilizzo di un terzo acceleratore lineare. I due macchinari attuali sono molto vecchi: uno è del 2002 e l’altro del 2004. Vanno assolutamente sostituiti, così come è necessario il potenziamento dell’organico con nuovi tecnici e fisici. Bisogna fare presto per limitare le liste d’attesa. Ci vuole un acceleratore ogni 200.000 abitanti, come accade nelle altre province. Taranto è la terza città più grande del Sud peninsulare e le spettano almeno tre macchinari».

I tempi, anche in questo caso, non sono rapidi se si pensa che per avere in funzione un terzo acceleratore l’iter può durare oltre un anno e per la sostituzione dei vecchi servono circa sei mesi. Intanto, la gente si ammala e muore. Più che in altri posti a causa di un inquinamento industriale che non dà tregua. Motivo per cui è essenziale monitorare costantemente l’iter che dovrebbe portare all’acquisizione del nuovo acceleratore e alla sostituzione dei due macchinari ormai superati.

L’idea di trasformare il “Moscati” in un Polo Oncologico – senza farlo diventare una succursale dell’IRCCS di Bari – viene vista positivamente dai medici intervenuti oggi, a cominciare dal dottor Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici. «A Taranto il problema è strutturale – ha detto – non è legato alla mancanza di competenze e di professionalità. Anzi, io credo che si debba lasciar perdere qualsiasi ipotesi di implementazione che non parta dalle capacità dei medici ionici». Da parte del dottor Patrizio Mazza, primario di Ematologia al “Moscati”, da sempre in prima linea sul fronte ambientale e sanitario, è giunto anche l’invito a realizzare un pronto soccorso oncologico che altrove è già realtà (leggi qui). Toccato anche il nodo delle attività di ricerca che vanno garantite a Taranto, così come auspicato da più medici preoccupati proprio da un possibile monopolio da parte di Bari.

Sul tavolo di discussione anche il Piano di riordino ospedaliero elaborato dalla Regione. Duro l’attacco sferrato da Giovanni Raimondi (Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti): «Come comitato abbiamo raccolto 18mila firme (consegnate all’ex assessore regionale alla Sanità Donato Pentassuglia e poi sparite nel nulla) per chiedere un’esenzione straordinaria del ticket per i cittadini di Taranto che a causa dell’inquinamento sono tutti potenziali malati di cancro, e per sollecitare il potenziamento delle strutture sanitarie esistenti. Con il vostro Piano di riordino ospedaliero, invece, si ottiene l’opposto: la chiusura e il depotenziamento di alcune strutture».

L’odissea vissuta dai malati tarantini non avrebbe rilevanza scientifica se non fosse contenuta anche nei dati del Registro Tumori grazie al lavoro portato avanti con grande spirito di sacrificio da uno staff di professionisti (purtroppo ancora precari). Un registro aggiornato  al 2011 che delinea situazioni di particolare criticità del capoluogo ionico soprattutto per i tumori che interessano il polmone, la pleura, la vescica. «Il fatto che i casi di tumore della pleura siano 18-20 all’anno – ha precisato il dottor Sante Minerba (direttore della struttura complessa di Epidemiologia e Statistica della Asl di Taranto) – non deve farci pensare che siano pochi. Si tratta di una patologia rara che dovrebbe prevedere solo 4-5 casi all’anno».

Nel video l’intervento finale del governatore al padiglione “Vinci” dell’ospedale “Santissima Annunziata”.

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