Paura del terrorismo: gli strumenti per contrastarla e vivere al meglio ogni esperienza della vita

 

In questo periodo di vacanze, viaggi, voglia di evadere e di vivere nuove esperienze che possano non solo farci riprendere energie perdute durante un inverno fitto di impegni ma anche spezzare il solito ritmo e darci almeno per qualche settimana l’illusione di essere liberi e padroni della nostra vita, si fa risentire ancora più prepotentemente la frustrazione legata alla paura del terrorismo internazionale.

Inevitabilmente, la minaccia di un attacco, ormai non facilmente preventivabile o circoscrivibile, induce, persone di ogni parte del mondo, a modificare le proprie abitudini, anche senza esserne troppo consapevoli. E non si tratta solo di evitare aerei, metropoli, luoghi strategici e superaffollati, ipoteticamente più a rischio. Da quanto si respira in giro, stanno cambiando anche le piccole scelte quotidiane, come il recarsi al cinema, in un ristorante, a un concerto, in un pub, in un qualsiasi luogo, soprattutto chiuso, dove l’assembramento di persone può indurre a sviluppare ansie e a ingigantire proprie insicurezze.

Fortunatamente, il fenomeno della paura del terrorismo non condiziona tutti in maniera massiccia, ma sicuramente sta finendo per influenzare, in maniera più o meno sottile, non solo le villeggiature ma anche il quotidiano vivere. E forse è proprio questo che si vuole ottenere: indebolire le volontà e amplificare le delusioni, il malumore, la sensazione che non c’è più nulla per cui valga la pena vivere e che ormai tutto il mondo va a rotoli. Ma chi ne paga maggiormente le conseguenze da un punto di vista psicologico? Quali sono i soggetti più sensibili al fenomeno?

Secondo un sondaggio svolto online dall’Eurodap, l’Associazione Europea per il Disturbo da Attacchi di Panico (http://www.humantrainer.com/attualita/terrorismo-paura-donne.html), pare che le più coinvolte in questo fenomeno siano proprio le donne. Dunque, si impone una riflessione che va al di là del fenomeno stesso. Fermo restando l’atteggiamento prudente, doveroso in qualunque circostanza critica, non ci si può comunque impedire di vivere e di avere un atteggiamento possibilista. Lì dove insorgono timori eccessivi, che si estendono a dismisura in ogni campo della nostra vita e la restringono, la soluzione del problema va cercata altrove. Nelle situazioni di allarme sociale, si risvegliano facilmente fragilità personali e preoccupazioni sulla propria incolumità che affondano radici in tempi lontani.

Un piccolo suggerimento che può tornare utile, sia in questa che in altre circostanze, è quello di allenarsi a guidare la propria attenzione. Il più delle volte, è una concentrazione costante sull’evento che vorremmo evitare e ci incute timore a dilatare le sensazioni negative dalle quali stiamo cercando di sfuggire. Proviamo allora a puntare l’attenzione sul quelle piccole cose positive che ci rasserenano. Anche se al’inizio risulterà difficoltoso e forse vi direte anche che non funziona, voi continuate imperterrite a godervi con la mente e con il cuore tutte le piccole e grandi possibilità che la vita vi offre, accantonando o rimpicciolendo le emozioni negative che vi riducono il naturale esistere.

Gli eventi del terrorismo internazionale sono un fenomeno reale, ovviamente, ma è solo una parte di realtà. Esistono anche molti altri eventi meno disastrosi sui quali concentrarvi. Evitate magari di guardare i notiziari proprio mentre state pranzando o cenando o la sera poco prima di andare a letto. Passeggiate, godete del sole e del mare o dei prati. Guardate un bel film che vi emozioni positivamente. Fatevi delle poderose risate con le amiche. Ascoltate buona musica,e perché no, andate a ballare, a cantare e a gioire. Il mondo, poi, non è così brutto come vogliono mostrarcelo. Sta a noi saper guardare anche da qualche altra parte e vivere ciò che abbiamo da vivere bene e fino in fondo.

elisaA cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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