Eni e cattivi odori, l’ultima relazione del progetto “Odortel” conferma il collegamento

TARANTO – Ritorniamo a parlare del progetto Odortel. Già nello scorso mese di marzo, avevamo fatto il punto con il dottor Roberto Giua,  direttore del Centro Regionale Aria di Arpa Puglia, su quanto era stato illustrato nel corso di un incontro tenuto all’ospedale “Testa” con i cittadini coinvolti in via sperimentale nel progetto di monitoraggio delle emissioni odorigene nella città di Taranto. Progetto avviato a novembre 2013 che ha trovato conclusione nei mesi scorsi in una maniera non proprio chiara.

Sintetizzando i risultati ottenuti nel corso del 2015, il dottor Giua aveva confermato il collegamento tra i tantissimi episodi che colpiscono le narici dei tarantini e l’attività della Raffineria Eni e  aveva delineato un quadro inquietante: la seconda parte del 2015 aveva sancito un peggioramento dei picchi di emissione di acido solfidrico. Un fenomeno che si era intensificato a partire da settembre raggiungendo dei livelli particolarmente elevati a gennaio 2016 (leggi qui).

Nelle scorse settimane, Arpa Puglia ha pubblicato sul suo sito la relazione “Progetto Odortel: attività svolta nell’anno 2015”  che entra nei dettagli rispetto a quanto anticipato da InchiostroVerde nello scorso mese di marzo. Nel documento si ricorda che l’attività sperimentale è stata avviata nel novembre 2013 e ha coinvolto un numero di recettori che, nel tempo, è progressivamente aumentato; al 31 dicembre 2015 risultano attivi n. 67 recettori. La posizione di ciascun recettore è stata georeferenziata su mappa e, a ciascuno, è stato assegnato un codice identificativo, per la registrazione della telefonata.

“Nel periodo di attività gennaio – dicembre 2015, sono stati attivi due sistemi di campionamento automatico da remoto, dotati entrambi di due linee di campionamento indipendenti, attivabili in maniera sequenziale – si legge – il primo sistema è stato posizionato in Piazza Garibaldi, presso la centralina di qualità dell’aria di Arpa Puglia mentre il secondo è ubicato presso l’Ospedale S.S. Annunziata. Le due linee omologhe dei due campionatori, denominate 1 e 2, vengono attivate simultaneamente a seguito del superamento della soglia di attivazione”.

Protocollo di campionamento

L’attivazione del campionamento da remoto avviene a seguito del superamento di opportune soglie, basate sul numero delle segnalazioni per indice di intensità, registrate in un intervallo di tempo di un’ora – viene spiegato – tali soglie sono quindi determinate in accordo con una regola specifica (es. tre chiamate con codice colore rosso o quattro con codice colore giallo o cinque con codice colore verde o una loro combinazione).

Nel corso dell’attività sperimentale condotta nel 2015, la regola di attivazione non ha subito rimodulazioni e, relativamente alle segnalazioni di intensità più elevata, è stata settata a n. 5 chiamate di codice colore rosso. L’avvenuta attivazione e riempimento dei sacchetti di campionamento viene comunicata via sms agli operatori per consentire di predisporre le attività di ritiro e di analisi dei campioni. Il protocollo di campionamento prevede inoltre il prelievo di campioni di “bianco”, effettuato successivamente all’episodio odorigeno e in assenza di molestia olfattiva al fine di verificare i livelli di concentrazione odorimetrica del fondo ambientale”.

Analisi mediante olfattometria dinamica

I campioni raccolti sono trasmessi al centro olfattometrico dell’Università di Bari per essere analizzati utilizzando la metodologia dell’olfattometria dinamica, sotto la supervisione del personale Arpa Puglia. L’olfattometria dinamica è stata individuata dalla norma tecnica UNI EN 13725:2004, quale unico metodo standardizzato per la determinazione oggettiva e quantitativa della concentrazione dell’odore di un campione gassoso.

Risultati

Le segnalazioni dei recettori sono registrate dal sistema Odortel e sono visualizzabili in tempo reale sul sito http://odortel.controlodor.it/, al quale si accede attraverso apposite credenziali. Nell’anno 2015 è stato registrato un numero totale di chiamate pari a 487, classificabili in base ai tre indici di intensità. Rispetto all’anno 2014, il numero di segnalazioni nel 2015 ha subito un decremento complessivo di circa il 30%, confermato da una diminuita percezione di eventi odorigeni da parte dei recettori durante la prima metà dell’anno. (…) I grafici mostrano che il 71% delle chiamate è stato registrato nel periodo settembre– dicembre, con un picco registrato nel mese di settembre.  È possibile rilevare che gli eventi più frequenti si sono verificati nella fascia oraria serale dalle 19.00 e nelle prime ore della mattina (fino alle 9.00).

grafici odortel 2015

 

 

 

 

 

Attribuzione della sorgente agli eventi di molestia olfattiva

L’attribuzione dell’evento alla presenza di una sorgente specifica proveniente dalla zona industriale della città di Taranto è stata effettuata attraverso un’analisi della direzione del vento, al momento delle segnalazioni e quindi del campionamento. A tal scopo, sono stati considerati i dati meteorologici (in particolare la direzione del vento) della centralina di Arpa Puglia ubicata presso l’ex – Ospedale Testa a Taranto, nell’area adiacente alla zona industriale. L’analisi delle direzioni del vento registrate durante il campionamento di tutti gli eventi odorigeni del periodo 2014 – 2015, ha rivelato una frequenza di distribuzione del 60% per il quadrante di provenienza ONO-NO con una prevalenza del 50% per la direzione ONO, evidentemente ascrivibile alla Raffineria.

Conclusioni

In seguito al continuo susseguirsi di segnalazioni di odori molesti da parte dei cittadini tarantini, si è avviata un’attività di sperimentazione condotta da ARPA Puglia, relativa all’applicazione di un sistema di digitalizzazione delle segnalazioni telefoniche del disturbo olfattivo percepito dalla popolazione e simultaneo campionamento di aria ambiente ad opera di un sistema automatico, attivabile da remoto, in grado di raccogliere il campione in tempo reale, rispetto alla segnalazione di eventi odorigeni significativi.

I risultati ottenuti durante i due anni di sperimentazione hanno permesso, per la prima volta, di gestire in modo sistematico le lamentele di molestia olfattiva e di ottenere informazioni su entità e distribuzione del fenomeno odorigeno. Tali dati sono stati oggetto di un recente lavoro scientifico, “Automated Collection of Real-Time Alerts of Citizens as a Useful Tool to Continuously Monitor Malodorous Emissions”, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “International Journal of Environmental Research in Public Health”.

odortel 6In sintesi, durante gli eventi più significativi, lo studio delle direzioni del vento (quadrante ONO – NNO) ha contribuito ad indicare la potenziale sorgente, rappresentata dalla Raffineria. L’attività di studio ha, inoltre, mostrato che l’area lungo la costa risulta quella più critica per il numero elevato di segnalazioni ricevute.

Circa le concentrazioni di odore riscontrate, è necessario considerare la reale possibilità che esse siano sottostimate rispetto all’effettiva percezione della popolazione esposta, per effetto di diverse cause, quali la degradazione del campione ascrivibile alla permeabilità del materiale delle sacche di campionamento, oppure alla fase di trasporto del campione in relazione ai tempi di vita dei composti odorigeni solforati, evidentemente responsabili della molestia percepita.

Tale sistema integrato ha dimostrato la sua efficacia e la sua reale applicabilità a fenomeni complessi, rappresentati dalle emissioni odorigene, costituendo un valido supporto per l’autorità di controllo in termini di comprensione dell’entità del fenomeno e individuazione del nesso causale fra percezione e sorgente. Inoltre, le informazioni così raccolte hanno avuto la finalità sia di stabilire un consenso dei recettori sull’evento di molestia, sia di sostenere che trattasi di molestie “oggettivamente percepite” in analogia a quanto statuito dalla sentenza della Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 10 febbraio – 23 marzo 2015, n. 12019, laddove recita “… trovano applicazione i seguenti principi, enunciati dalla giurisprudenza sopra richiamata: a) l’evento del reato consiste nella molestia, che prescinde dal superamento di eventuali valori soglia previsti dalla legge, essendo sufficiente quello del limite della stretta tollerabilità; b) qualora difetti la possibilità di accertare obiettivamente, con adeguati strumenti, l’intensità delle emissioni, il giudizio sull’esistenza e sulla non tollerabilità delle stesse ben può basarsi sulle dichiarazioni di testimoni, specie se a diretta conoscenza dei fatti, quando tali dichiarazioni non si risolvano nell’espressione di valutazioni meramente soggettive o in giudizi di natura tecnica, ma consistano nel riferimento a quanto oggettivamente percepito dagli stessi dichiaranti…”.

La sperimentazione realizzata, oltre che consentire l’individuazione della sorgente responsabile delle molestie, ha messo in evidenza che tale metodologia di raccolta automatica delle segnalazioni è sufficientemente affidabile per essere utilizzata come strumento di controllo per quegli impianti osmogeni che impattano su porzioni di territorio ad alta densità abitativa.

LA POLEMICA SUL PROGETTO

Fin qui gli stralci della relazione di Arpa Puglia redatta dalla dott.ssa Magda Brattoli e dal dott. Antonio Mazzone con il contributo integrativo della dott.ssa Annalisa Marzocca ed approvata dal dott. Gianluigi De Gennaro e dal dott. Roberto Giua. Tra ieri e oggi abbiamo pubblicato due comunicati stampa – il primo del Fondo Antidiossina onlus e il secondo del consigliere regionale di maggioranza Giuseppe Turco che chiedono indagini per appurare la limpidezza della gestione del progetto Odortel. Da parte nostra, abbiamo ritenuto opportuno ascoltare anche la campana di Arpa Puglia e, in particolare, la voce del direttore scientifico Massimo Blonda, al vertice dell’agenzia in attesa della nomina del nuovo direttore generale che dovrà prendere il posto di Giorgio Assennato. 

«Non intendo rilasciare nessuna dichiarazione – è stata la sua risposta – se avremo qualcosa da comunicare lo faremo pubblicamente». Insomma, l’ultima comunicazione ufficiale di Arpa sul progetto Odortel resta quella pubblicata sul sito (e non facilmente rintracciabile) circa un mese fa (leggi qui) dove si spiega che l’attività progettuale, così come condotta finora, si è conclusa, ma “le attività di approfondimento, nonché di verifica e controllo, relative agli eventi odorigeni, sono tuttora in corso e continueranno ad essere attuate, in particolare con l’obiettivo di rimuovere e o minimizzare le sorgenti di tali sostanze.  A questo scopo, si invitano i cittadini di Taranto ad inviare, d’ora innanzi, eventuali segnalazioni di molestia olfattiva, con indicazione di luogo, data e ora di percezione e del livello di intensità di odore percepito all’indirizzo: info@arpa.puglia.it“.

Per ora ci fermiamo qui, anche se auspichiamo una comunicazione ufficiale di Arpa Puglia volta a spiegare la posizione dell’agenzia in merito alle denunce piovute su un’iniziativa che ha visto il coinvolgimento di tanti cittadini desiderosi di dare un contributo alla difficile battaglia contro l’inquinamento industriale, in difesa della salute di una intera comunità.

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