Emergenza sanitaria a Taranto, Pugliese (Uil): “La Regione non fa nulla, anzi aggrava la situazione”

Ilva - tamburi

“Costi e liste d’attesa infinite in tutta Italia, 11 milioni di cittadini, tra cui oltre 2 milioni di anziani, decidono di non curarsi pur di non sottoporsi alle conseguenze di quel girone dantesco che è la sanità pubblica. La ricerca del Censis fa riflettere, ma nel Mezzogiorno e in Puglia è addirittura inquietante, a causa di un sistema sanitario inefficace e inefficiente, con liste d’attesa chilometriche e sprechi che hanno ormai oltrepassato il livello di guardia. E in Puglia che si fa? Si parla di tagli. Assurdo e inconcepibile: a questo punto ci dovrebbe essere una sollevazione popolare guidata dalla Regione Puglia e dagli enti locali, che dovrebbero alzare la voce anziché subire supinamente le sforbiciate annunciate”.

Aldo Pugliese, segretario generale della UIL di Puglia auspica “un intervento immediato. Anche Cantone ha evidenziato, nella Sanità regionale, 400 milioni di euro di sprechi, senza dimenticare gli oltre 200 milioni di mobilità passiva e la sanità privata che, in un silenzio tombale, rappresenta ancora la gestione del 26% della sanità regionale. Taranto vive un dramma allucinante, eppure dalla Regione si odono grida di ‘al lupo, al lupo!’ per l’Ilva cui non fanno seguito azioni concrete. Anzi, lo stesso Ministero della Salute ha bocciato il piano di riordino regionale, in quanto non si fa menzione di nuovi posti letto, a Taranto, per pneumologia, chirurgia toracica e oncologia (per tacere dell’istituzione dell’Ircs) pur in presenza di evidenti statistiche sull’incremento dei tumori nella provincia ionica, un triste primato nazionale peraltro confermato pubblicamente da noti esperti del settore”.

“E’ tutto molto paradossale – conclude Pugliese – la Regione Puglia contesta sulla stampa l’inquinamento provocato dall’Ilva, a volte addirittura si lancia in improbabili proposte alternative al carbone, poi però non fa nulla per contrastare l’emergenza ambientale e sanitaria che essa stessa denuncia, anzi aggrava la situazione permettendo lo scarico, nella provincia ionica, ‘culla’ di alcune delle più grandi discariche europee, di rifiuti provenienti da tutta la Puglia e da altre dieci regioni italiane, senza alcun tipo di controllo sulla reale provenienza e sulle caratteristiche degli stessi, nonché sui conseguenti danni alla salute dei cittadini”.

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