Crisi acciaio, appello dei produttori al G7: servono misure urgenti

La nostra ambizione e' quella di rafforzare significativamente la performance ambientale di Ilva e di allinearla, se non addirittura di migliorarla

Dodici associazioni di produttori siderurgici, tra cui l’italiana Federacciai, hanno scritto ai leader del G7, che si riuniranno da domani in Giappone, per chiedere misure urgenti contro l’eccesso di capacità produttiva di acciaio. La questione della cosiddetta overcapacity è già tra i temi nell’agenda del summit, ha annunciato la settimana scorsa un consigliere del presidente degli Stati Uniti.

“Le decisioni di politica industriale di alcuni governi hanno contribuito notevolmente all’eccesso di capacità produttiva nel comparto acciaio ed a pratiche commerciali scorrette in tutto il mondo”, è scritto nella versione italiana dell’appello, sottoscritto da associazioni come American Iron and Steel Institute, Japan Iron and Steel Federation, Eurofer, UK Steel, la tedesca WV-Stahl. L’appello non cita direttamente la Cina, accusata da Europa e Stati Uniti di acuire la crisi della domanda con le sue esportazioni a basso costo.

“Tra le altre cose, queste distorsioni hanno impedito un adeguato aggiustamento dell’assetto industriale di alcuni mercati in risposta ai cambiamenti della domanda globale”.

La crisi della siderurgia ha causato l’annuncio della vendita dell’impianto britannico di Tata Steel a marzo, ponendo a rischio migliaia di posti di lavoro. E pesa anche sul destino di Ilva, la più grande azienda siderurgica italiana, per la quale il governo sta cercando un acquirente.

“Chiediamo con urgenza che il summit del G7 in Giappone discuta della necessità di trovare efficienti misure, coerenti con i diritti e le obbligazioni che derivano dall’essere membri del WTO, contro le esportazioni di stati dove le condizioni di mercato non sono prevalenti”, conclude l’appello. (Reuters)

 

 

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