Porto di Taranto, “Liberi e Pensanti”: no ad altri 20 anni di regno Cementir

Porto di Taranto

In data odierna, ultimo giorno utile, il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha presentato le proprie osservazioni all’Autorità Portuale di Taranto circa la richiesta avanzata dalla Cementir di concessione per altri 20 anni della radice lato levante del IV sporgente ed area retrostante la banchina di riva tra il IV e il III sporgente.

Pensate, cari concittadini, il prossimo 29 maggio la prima concessione Cementir compirà ben 40 anni nel corso dei quali l’attività si è sviluppata attraverso numerosi atti amministrativi senza soluzione di continuità. Il Comitato chiede in via preliminare il rispetto di quanto regolamentato dalle vecchie concessioni con l’effettuazione di tutti gli interventi (si tutti l’escavazione dei fondali con il ripristino allo stato iniziale nonché ripristino e restituzione della Calata 4 tra l’altro prevista dalla nuova richiesta) che richiederebbero milioni di euro di investimento a fronte di una garanzia fidejussoria presentata di appena 150mila euro assolutamente ridicola.

Oggi, dopo 40 anni, una porzione di porto che il Comitato ritiene strategica in chiave futura anche per la sua posizione intermodale, viene  lasciata marcire dall’azienda che nulla ha fatto per impedire che si riducesse ad un rudere. Occorre ristrutturare, ammodernare e soprattutto, manco a dirlo, adeguare agli standard di tutela ambientale. In cambio viene chiesta un’altra ipoteca di altri vent’anni dopo decenni di norme e obbligazioni violate dall’azienda con la connivenza dei Comitati Portuali (composti da sindaco, sindacati, rappresentanti di Confcommercio, Confindustria, Regione, Provincia, ecc., ecc.) succedutisi in questi anni.

Come possiamo fidarci che per i prossimi vent’anni non si ripeta lo scempio già visto negli scorsi quaranta? Non ci stiamo. Occorre ragionare al contrario. Occorre rispettare le leggi e verificare anche la compatibilità di Cementir con le prospettive future del porto di Taranto che noi vediamo nella movimentazione di merci e nel turismo attraverso una logica complementarietà delle strutture attualmente presenti.

Cementir non può essere parte integrante del futuro del porto di Taranto. Lo dicono gli scarsi approdi. In realtà l’unico obiettivo è di salvare  un’azienda che produce utili, ma utilizza gli ammortizzatori sociali per i suoi dipendenti. Servono le commesse per mantenere la solidarietà. Chiaro. Ecco perché se tutto va come deve andare manca davvero poco al salvataggio dell’Ilva e la ruota tornerà a girare. Bravo Caltagirone! Bisogna cementare le strategie per salvarsi. Il rispetto degli obblighi previsti dalle concessioni è il nostro karma. Tutto ciò che verrà eventualmente concesso è per noi contra legem e non esiteremo ad esporre le nostre ragioni alle Autorità Competenti.

Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

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