Ilva, Ambrogi Melle (Gruppo Ecologisti per Bonelli): “Disinformazione sul caso diossina”

ilva taranto

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Lina Ambrogi Melle, consigliere comunale del Gruppo Ecologisti per Bonelli.

La  mozione sui picchi di diossina a Taranto, da me presentata ed approvata nel Consiglio comunale del 27 aprile scorso, è una versione aggiornata di quella presentata in Consiglio lo scorso 3 marzo, appena eravamo venuti a conoscenza a mezzo stampa dei picchi di diossina registrati nei deposimetri dell’Ilva al Quartiere Tamburi.

Questo aggiornamento è stato necessario perché, a distanza di quasi due mesi dalla presentazione della prima mozione che ha avuto un iter abbastanza difficoltoso,  ancora non conosciamo le cause di un fatto gravissimo che avrebbe dovuto invece essere tempestivamente comunicato oltre un anno e mezzo fa alle autorità per eventuali interventi preventivi di tutela della salute pubblica e non conosciamo neanche i dati  più recenti sulle deposizioni della diossina.

Inoltre un incendio avvenuto a Pasquetta (il 28 marzo 2016 ai nastri trasportatori in un’area in cui è in funzione l’impianto di agglomerazione dell’Ilva, ha evidenziato altri inquietanti interrogativi riguardo i “big bag”, ovvero quei grandi sacchi in cui vengono stoccate le polveri di abbattimento delle emissioni dell’impianto di sinterizzazione dell’Ilva contenenti un’altissima concentrazione di diossina.

Pertanto si è resa necessaria un’integrazione della mozione precedente con un ulteriore impegno del Sindaco a chiedere ai commissari dell’Ilva dove vengono stoccati i big bag, a rendere noto alla cittadinanza il piano d’emergenza specifico nel caso in cui questi sacchi di diossina dovessero incendiarsi e le pericolosissime polveri dovessero disperdersi e,  nel caso in cui non esistesse, di attivarsi per farlo realizzare senza indugio.

Inoltre una volta verificate le responsabilità delle fonti inquinanti di diossine, il Sindaco viene impegnato a chiedere al Ministero dell’Ambiente l’attivazione delle procedure di cui all’art. 29-decies del Codice dell’Ambiente (rispetto delle condizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale) che prevede anche la revoca dell’Aia all’Ilva.

E’ inaudito che ancora una volta le Autorità italiane abbiano lasciato la popolazione di Taranto sola e disinformata su dei picchi elevatissimi di diossina mai registrati prima in Europa, secondi solo all’incidente di Seveso e che, come dichiarato dall’ex direttore generale dell’Arpa, prof. Giorgio Assennato, si ritrovano  al centro della peggior discarica della Terra dei Fuochi.

Per tale ragione, ho provveduto anche ad informare tempestivamente per una memoria integrativa gli avvocati che seguono il ricorso collettivo alla Corte dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo da me promosso come semplice cittadina e che ha coinvolto 130 cittadini di Taranto e Provincia. Questo ricorso contro lo Stato italiano per violazione dei diritti alla vita ed alla salute di noi tarantini ha già ottenuto dalla Corte la trattazione anticipata, dopo appena 3 mesi ed il Governo sarà chiamato ad un contraddittorio entro l’anno. E’ venuto  il momento per tutti di capire che la vita e la salute devono stare al primo posto nelle scelte dei Governi.

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