Referendum, da Franco Sebastio alla Jonian Dolphin: tutti i “Sì” in difesa del mare

Si è svolto ieri, nella sede di Confcommercio di Taranto, un interessante incontro per sostenere le ragioni del “Sì” al referendum contro le trivelle. Netta la posizione di Leonardo Giangrande, presidente di Confcommercio, che nell’appoggiare questa opzione di voto, ha rivendicato la capacità di analisi critica e indipendente dell’associazione da lui rappresentata, alla base di questa scelta. D’altronde, ha affermato il presidente, una città di mare come Taranto, non può far altro che difendere la sua ricchezza che attira turisti in una Regione che è al primo posto in Italia per flusso di visitatori. Se Taranto passasse dal milione circa di presenze turistiche ai quattro milioni e mezzo di Lecce, si svilupperebbe un’economia che potrebbe rappresentare la vera alternativa all’industria.

sebastio siPrimo tra gli invitati a prendere la parola l’ex Procuratore generale di Taranto Franco Sebastio che, essendo ormai in pensione, si è detto finalmente libero di esporre il suo pensiero senza il filtro della carica istituzionale che ricopriva. E in effetti il suo intervento, deciso e senza mezzi termini, si è basato soprattutto sull’opportunità di partecipare al voto, diritto conquistato con anni di lotta che non va sprecato con l’astensione. Anzi, ha rincarato la dose Sebastio, è senz’altro anomalo che esponenti di alte cariche pubbliche invitino a non recarsi al voto. Chiaro il riferimento al premier Matteo Renzi.

Il referendum, a suo dire, è un esercizio di democrazia ancor più importante del voto alle elezioni in quanto i cittadini hanno, con questo mezzo, la possibilità di cassare una legge. Bene ha fatto il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, a invitare al voto gli italiani, secondo l’ex Procuratore che, con la sua consueta sottile ironia, ha ricordato che in passato, a qualcuno (Craxi n.d.r.), l’invito di andare al mare invece che alla cabina elettorale non portò fortuna.

È stato poi il momento di Carmelo Fanizza dell’associazione Jonian Dolphin che si occupa, ormai da qualche anno, di ricerca in mare sui cetacei, delfini in particolare. Ormai conosciutissima non solo in ambito locale, l’attività dei ricercatori della Jonian, è addirittura al primo posto su Tripadvisor quando su Google si ricerca turismo in Puglia. L’anno scorso sono state 170 le uscite in mare con migliaia di ospiti sul catamarano dell’associazione. Fanizza ha ricordato che Jonian Dolphin ha rappresentato, cosa poco nota, il mare d’Italia ad EXPO 2015 e il suo auspicio è che Taranto, nell’immaginario collettivo, passi ad essere la città dei delfini e non più quella dell’inquinamento.

Fanizza ha tenuto a precisare che le attività svolte in mare da lui e dai suoi colleghi sono di vera e propria ricerca su abitudini e censimento dei cetacei nel Golfo di Taranto. Ricerca che ora si avvale anche della collaborazione del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, rappresentata dal dott. Roberto Carlucci che ha esposto i risultati degli studi su diverse specie di delfini presenti nei nostri mari. Studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche che hanno portato a realizzare delle mappe del Golfo di Taranto indicanti la probabilità di incontrare, nei vari tratti di mare, i cetacei. Incrociando queste mappe con quelle delle aree in cui sono state richieste le concessioni di ricerca idrocarburi tramite air gun, si nota come molte di queste coincidano.

Le ricerche dell’università e della Jonian Dolphin potranno, negli anni, indicarci se la popolazione dei delfini risentirà in maniera negativa degli effetti antropici quali aumento delle attività portuali, attività militari, pesca, ricerca idrocarburi, inquinamento. Nicola Cardellicchio, direttore dell’Istituto di Ambiente Marino del CNR (ex Talassografico), ha focalizzato il suo intervento sul concetto di sostenibilità ambientale e dell’effetto che l’attivita antropica, in questo caso legata alle estrazioni di idrocarburi, porti danno all’ambiente marino. Ha inoltre colto l’occasione per esprimere la sua preoccupazione sulle mancate bonifiche in Mar Piccolo che mettono a rischio l’attività dei mitilicoltori.

Molto duro nei confronti del Governo Mimmo Bisignano, in rappresentanza dei produttori ittici. Governo poco democratico, a suo dire, che impone leggi per decreto e scavalcando il volere popolare. Il comparto della pesca ha dovuto adeguarsi ad imposizioni dell’Unione Europea su fermi biologici, pezzature del pescato, tracciabilità, ecc., in nome del principio di precauzione, ma la stessa severità non la si esige dalle compagnie estrattive, quasi che le attività economiche legate al petrolio contino di più di quelle legate alla pesca.

Lunetta Franco (Legambiente Taranto) ha poi ricordato la posizione della sua associazione in favore del “Sì” auspicando una politica energetica che punti sempre più alle fonti pulite che già forniscono il 40% dell’energia elettrica. Infine, Vincenzo Leo, in rappresentanza dei titolari di stabilimenti balneari, ha ribadito l’importanza della difesa del mare che è la vera ricchezza della nostra provincia. Tutti d’accordo, quindi, nella difesa del mare e il “Sì” al referendum non è solo una scelta ambientalista, ma anche un modo per indicare la strada da percorrere verso politiche di sviluppo economicamente più vantaggiose.

Giuseppe Aralla

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