MarTa e non solo, Eva Degl’Innocenti: “Taranto deve trovare la sua identità”

TARANTO – Pragmatica, competente e schietta. Eva Degl’Innocenti, direttore del Museo Archeologico, origine toscana, ha impiegato pochi mesi per conoscere la città e farsi conoscere. Oggi pomeriggio, ospite di un confronto organizzato dal “Nuovo Quotidiano di Puglia”, nella sede del Dipartimento jonico dell’Università, sulla Taranto che vuole cambiare, ha fatto un bilancio dei primi quattro mesi di attività. Ed ha anche indicato (con il garbo che le appartiene) quali sono i punti critici da affrontare. A cominciare dal bisogno di rinsaldare il rapporto tra i tarantini e il loro museo.

marta museo«Sono arrivata a Taranto il primo dicembre 2015 – ha spiegato – e ho iniziato subito con una politica rivolta alla città organizzando, innanzitutto, una rassegna musicale.  Al MarTa abbiamo creato una vera e propria sinergia con l’Istituto Paisiello e l’associazione Domenico Savino. Con loro abbiamo elaborato un programma che sta riscuotendo un grande successo ottenendo il sold out per ciascuna data con una formula di grande accessibilità culturale. Anche a livello di tariffe. Con l’acquisto del biglietto per accedere al Museo, infatti, si ha in regalo un concerto con artisti di spessore internazionale e con giovani talenti ionici».

Non poteva mancare un cenno ai concerti della domenica mattina accompagnati da un aperitivo offerto dagli operatori locali. Iniziativa che ha permesso di creare un ponte tra il MarTa e le aziende enogastronomiche del territorio. Tutti tentativi che hanno come obiettivo quello di rafforzare il legame identitario tra cittadini e Museo. «Molti tarantini sono tornati a frequentarlo a distanza di anni – ha detto il direttore – e oggi guardano le collezioni con uno sguardo diverso da quello che avevano ai tempi della scuola elementare». Un occhio di riguardo viene riservato ai bambini attraverso la realizzazione di laboratori che offrono una programmazione adeguata ai più piccoli e una didattica ad hoc. Un’esca valida per avvicinare anche il pubblico più adulto. Tanti genitori, infatti, hanno confessato di aver scoperto il Museo proprio accompagnando i figli ai laboratori (alcuni aperti anche alle famiglie).

In collaborazione con il Comune e il MuDi (Museo Diocesano) si sta procedendo con programmazioni culturali tematiche. A marzo le prime due decadi sono dedicate alla figura femminile. L’ultima parte del mese sarà dedicata al tema “Riti e miti”, collegato alla Settimana Santa. La volontà del neo direttore è chiara: allargare gli orizzonti del MarTa trasformandolo in uno spazio inclusivo da vivere a 360 gradi e favorire quello spirito di appartenenza raro in Italia ma assai radicato nel resto d’Europa: dalla Francia all’Inghilterra. Eva Degl’Innocenti, però, non nasconde le criticità. I quattro mesi di attività sono serviti anche a definire i punti deboli della città: dall’eccessiva frammentazione alla debolezza del legame identitario. Criticità avvalorate anche da uno studio basato sui dati raccolti.

«Taranto è una città che stenta a trovare una sua identità – ha evidenziato – mi riferisco anche all’identità culturale legata al mare: sembra più una città sul mare che una città di mare. Taranto ha un patrimonio culturale immenso che va al di là dell’archeologia ed attraversa tutti i secoli. Per questo serve un progetto globale di valorizzazione che vada oltre il MarTa includendo la Città Vecchia (da valorizzare con un progetto a larga scala), il Castello Aragonese, il Borgo Umbertino e tutto il resto».

Ovvia, quindi, la necessità di fare sistema. Superare le frammentazioni che rallentano ed ostacolano uno sviluppo alternativo del territorio. «Il problema, oggi, è trovare una cabina di regia – ha sottolineato Eva Degl’Innocenti –  ci sono eccellenze ed elementi troppo frammentati. Il turista che arriva a Taranto scopre una bellissima città ma si sente disorientato. Bisogna fare in modo che rimanga per più giorni affinché approfondisca la complessità del luogo. Si fanno tanti tavoli, è vero, ma ciò che serve è un progetto concreto. Bisogna lavorare sul serio coinvolgendo  anche la Regione Puglia. Taranto non è una città isolata. Fa parte di una regione che è capofila della rinascita del Mezzogiorno. Va fatta un’azione di marketing non solo culturale ma anche territoriale».

Chiara la necessità di puntare su pacchetti turistici in grado di soddisfare le esigenze dei turisti senza disperdere le energie e le proposte degli operatori locali. «Gli itinerari culturali devono essere realizzati con l’obiettivo di creare indotto – ha concluso il direttore del MarTa – perché la cultura fine a se stessa non è sufficiente». L’appello lanciato alle istituzioni è esplicito: unire le forze e puntare su obiettivi concreti. Partendo proprio dalla consapevolezza di possedere un patrimonio culturale immenso, spesso ignorato dagli stessi tarantini.

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