Ilva, Fiom Cgil: pronti a mobilitazione contro svendita

Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 19 settembre 2013.ANSA / CIRO FUSCO «La Fiom Cgil ritiene assolutamente necessaria una immediata convocazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché, con le organizzazioni sindacali, si arrivi quanto prima ad un chiarimento  teso a recuperare l’impianto strategico contenuto nella legge n. 125 del 06/08/2015, ovvero intervento pubblico, risanamento ambientale, bonifiche  e rilancio della siderurgia in Italia. Qualora tutto questo non avvenisse, metteremo in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per impedire la svendita di ILVA e del territorio tarantino». Lo dice il segretario provinciale della Fiom Cgil Taranto, Giuseppe Romano.

«Con l’approvazione del decreto legge n. 191 del 04/12/2015 il Governo pone le basi per la vendita del Gruppo Ilva entro il 30 giugno del 2016, annullando di fatto l’intervento pubblico come  precedentemente stabilito dalla legge n. 125 del 06/08/2015 – si legge nella nota stampa – ancora una volta siamo di fronte ad un cambio di passo del Governo Renzi sulla possibile risoluzione della complicata vertenza ILVA attraverso l’ intervento pubblico della Cassa Depositi e Prestiti. L’ intervento della CdP avrebbe potuto infatti rilanciare la siderurgia in Italia, garantendo, per il tempo necessario, sia la continuità produttiva dell’azienda che le misure indispensabili per tutelare l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini.

Il nono decreto salva ILVA, oltre a prorogare ulteriormente i termini dell’applicazione dell’AIA, posticipandoli a fine dicembre 2016 e legandola alla presentazione del piano industriale del futuro acquirente, prevede anche una  possibilità di vendita separata degli stabilimenti. Come Fiom Cgil, non solo riteniamo indispensabile non procrastinare ulteriormente i tempi previsti dall’attuazione delle prescrizioni AIA, necessari a far ripartire anche il sistema  degli appalti ilva recuperando i livelli occupazionali fortemente ridimensionati in questi anni, ma altresì chiediamo che venga presa in considerazione la Valutazione del Danno Sanitario così come indicato nella relazione di Arpa Puglia.

Con l’approvazione del suddetto decreto si rischia la svendita degli stabilimenti del gruppo ILVA, senza avere precise garanzie sul risanamento ambientale, con la conseguente  compromissione   del mantenimento degli attuali livelli occupazionali e del rilancio della siderurgia italiana sino a ieri considerata “strategica” dal Governo. Il vero rischio è che si possano scaricare i costi sul pubblico e gli utili sul privato, facendo pagare ai lavoratori attualmente occupati pesanti costi in termini occupazionali».

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