Felicità: una prospettiva possibile – Articolo di E. Albano

felicitàLECCE – Parlare oggi di felicità sembra un’offesa a tutto ciò che accade e che ci accade, un controsenso, quasi un’idiozia, perché ormai viviamo immersi da troppo tempo solo in emozioni negative e di dolore, di scarsità e di malcontento. Immaginare che ci possa essere una prospettiva esistenziale diversa ci sembra esageratamente lontano da noi e dalla realtà che sperimentiamo.

Ma in realtà, cosa è la felicità? In cosa consiste questa sensazione piacevole che può darci una carica di energia positiva per affrontare qualunque cosa? Se ci sembra eccessivo e controproducente utilizzare la parola felicità, possiamo anche provare ad usare altri termini come gioia, serenità, tranquillità, allegria ma anche su questi, credo, l’investimento di ciascuno di noi resta minimo. Consideriamo questo gruppo di emozioni positive inadeguato per noi sia perché non siamo abituati ad averci a che fare e sia perché troppo brevi rispetto a quel contrapposto gruppo di sensazioni negative così costanti e invadenti.

Ma sarà proprio così? In realtà, valutiamo troppo spesso la felicità come legata e consequenziale a qualcosa di esterno. Ci diciamo: “Avere questo o quest’altro mi rende felice”, “Se fossi in quella condizione, sarei più felice”, “Se quell’uomo mi amasse sicuramente sarei più felice”, oppure, “Mi basterebbe avere un po’ più di denaro per sentirmi felice”. Eppure, è ormai scontato e risaputo che la felicità è una sensazione interna e indipendente da ciò che ci accade. Lo scrittore Antony De Mello scriveva: “Mi sento bene perché il mondo va bene. Sbagliato! Il mondo va bene perché mi sento bene”. E il dottor Madan Kataria, ideatore dello Yoga della risata, afferma: “Noi non ridiamo perché siamo felici ma siamo felici perché ridiamo”.

Quindi, la condizione di felicità dovrebbe essere stimolata dall’interno di noi stessi per permettere poi che le condizioni esterne si adeguino allo stato d’animo che stiamo vivendo. Del resto, molti studi scientifici  dimostrano che il cervello produce costantemente endorfine e neuro-trasmettitori, in particolare la serotonina, capace di regalarci benessere e felicità. Perché, dunque, non viviamo regolarmente queste sensazioni? Il fatto è che il bombardamento costante di stimoli negativi che subiamo nel quotidiano ha fatto sì che, senza nemmeno accorgercene, mettessimo da parte ciò che di bello è in noi per dare spazio a un’apparente e ragionevole preoccupazione e ansia, paura e infelicità.

Allora, oggi più che mai, impegniamoci ad allenare di nuovo la nostra mente a lasciar emergere le sensazioni positive che possono aiutarci a stare meglio e a interpretare più equilibratamente la realtà. Ma come fare? Nei miei seminari “Happy Mind”, “Insegnami ad essere felice,” e Ridere per star bene”, suggerisco alcuni piccoli esercizi che se eseguiti regolarmente per un certo periodo di tempo possono davvero risvegliare alcune capacità che per troppo tempo, o da sempre, abbiamo tenuto soffocate e aiutarci ad affrontare la quotidianità con tutte le sue difficoltà in modo nuovo e proficuo. Vi propongo qui alcuni di questi esercizi, che spero inizierete ad eseguire, almeno per una settimana, se non altro per curiosità. Poi, con calma, potrete verificare cosa accade.

  1. Ogni sera concedetevi cinque minuti per elencare su di un foglio tutte le piccole e grandi cose positive che vi sono accadute. Sicuramente nei primi giorni risulteranno pochissime, e forse non ne troverete nemmeno, ma non demordete, continuate a cercare e man mano vedrete che verranno a galla e scoprirete che in realtà sono sempre state là, solo che non riuscivate più a vederle.
  2. Elencate su di un foglio tutte le vostre qualità (anche questo esercizio vi risulterà difficile inizialmente. Nei miei seminari faccio continuamente esperienza di questa difficoltà. Si ha paura, anche con se stessi, di apparire presuntuosi, si cerca sempre di sminuirsi, di essere umili. Ma essere umili significa riconoscere obiettivamente ciò che siamo e non soffocare i talenti e le qualità che ci sono stati donati e che abbiamo il dovere di mettere a frutto. Quindi, restate tutto il tempo che volete con gli occhi puntati su quel foglio bianco finché non comincerete a riempirlo).
  3. Elencate, sempre su di un foglio, tutte le piccole e grandi cose che vi regalano istanti di felicità (può trattarsi di una passeggiata in riva al mare, della lettura di un buon libro, delle carezze al vostro gatto o al vostro cane, di una tisana calda in una serata di pioggia e con della musica di sottofondo o dei colori gettati su di una tela. Trovate le vostre piccole pillole di felicità e ingeritele più spesso. Regalatevi quotidianamente un momento di gioia. Siete voi e soltanto voi i promotori della vostra felicità.
  4. Ogni giorno trovate sempre un modo per stimolare dentro di voi la sensazione di essere nell’abbondanza. Concentratevi su ciò che avete anziché su ciò che vi sta mancando e provate a ritenervi fortunati e grati. E fate tutto questo lasciando fuori la cosiddetta ragione che vi indurrà a chiedervi: “ma perché diavolo devo perdere tempo in cavolate?”. Fatelo e basta, comprenderete nel tempo a cosa vi avrà portato questo allenamento.
  5. Un ultimo suggerimento: ogni giorno trovate qualche minuto per ridere. Anche se vi mancheranno totalmente le ragioni per farlo, voi fatelo lo stesso. Allenatevi alla risata indotta, cioè quella finta e non spontanea. Mettetevi davanti a uno specchio e fate alcuni esercizi di risata. Scoprirete presto gli effetti benefici che vi procureranno quei pochi secondi o minuti di apparente felicità. La mente, molto presto finirà per seguire il vostro corpo, le vostre azioni, e vi aiuterà davvero a sentirvi meglio, più allegri e più positivamente orientati.

Costruitevi il vostro armadietto di pronto soccorso per la felicità, vi servirà nei momenti bui per ripartire con il piede giusto.

elisaA cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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