Xylella, eliminate 45 piante infette a Oria
Il Commissario di Protezione civile per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, ha reso noto ieri mattina che, al fine di contenere il rischio di avanzamento del batterio a nord della zona colpita, sono stati effettuati gli abbattimenti di 45 piante infette d’ulivo del focolaio di Oria, in provincia di Brindisi. “Le operazioni si sono svolte in piena sicurezza e hanno consentito così l’attuazione delle ordinanze di abbattimento previste anche dalle decisioni europee per il contrasto alla diffusione di Xylella fastidiosa” si legge in una nota della Protezione civile. “Ringrazio gli agricoltori e i proprietari dei terreni per la fattiva collaborazione dimostrata, che ci ha consentito di procedere nella massima sicurezza” afferma il Commissario. “L’operazione si aggiunge ai risultati raggiunti fino ad ora che hanno visto la lavorazione con le buone pratiche agricole di oltre 62 mila ettari di terreni che ci hanno consentito di ridurre del 90% la presenza dell’insetto vettore sul territorio. Proseguiamo nella nostra attività di tutela del patrimonio agricolo e olivicolo pugliese”.
“Un ringraziamento va anche a tutte le istituzioni e le forze dell’ordine che – prosegue Silletti – hanno contribuito ai risultati di queste settimane e di oggi, in particolare agli uomini del Corpo forestale che hanno dimostrato ancora una volta grande professionalità e sensibilità nello svolgimento del loro lavoro”. Ma la situazione dipinta dal commissario Silletti è molto lontana dalla realtà dei fatti. Ha pianto e ripetuto: “È un crimine”, cercando di convincere i carabinieri a far passare gli ambientalisti per farli entrare nel suo terreno. È una donna, una dei cinque proprietari di uliveti a Oria, in contrada Frascata. “Hanno fatto una strage”, racconta all’ANSA. “Stamattina – dice – sono andati a notificare il provvedimento a casa di mia madre, la reale intestataria del terreno. Ha ottant’anni, lei è costretta a letto. Mi ha chiamato e sono venuta qui”.
La donna possiede in zona una piccola abitazione che ha concesso di utilizzare nelle scorse settimane ai manifestanti, gli attivisti che hanno insediato a Oria un presidio. Sono una ventina gli alberi che sono stati abbattuti nel suo fondo, a quanto riferisce. Le operazioni che hanno interessato complessivamente 45 alberi, numero che include anche i sette che erano stati abbattuti il 13 aprile a Oria, si sono concluse attorno a mezzogiorno. “Mi hanno svegliato alle 6 del mattino, sono corso qui e stavano già abbattendo 8 dei miei ulivi, sono arrabbiato, non ci sono analisi, non è così che bloccheranno il contagio”. Lo racconta sempre all’ANSA Franco Curci, agronomo, nonché proprietario di un uliveto nella zona dove si è concentrata da ieri mattina all’alba l’abbattimento di 45 ulivi.
“Volevo le analisi – prosegue Curci – ma non me le hanno mostrate. Non ci sono analisi, ci sono anche alberi di ulivi secolari, non sono piante di pomodori che vai a comprare al vivaio e le ripianti, qui si parla della condanna a morte di un migliaio di ulivi”. Ai proprietari viene consentito di entrare con i propri mezzi per prelevare la legna ricavata dall’abbattimento degli ulivi. Le notifiche dei provvedimenti con cui si dispongono gli abbattimenti in ottemperanza alle disposizioni comunitarie sono state fatte ieri mattina ai proprietari dei fondi.
Intanto, in seguito alla nuova delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 3 luglio, – spiega la nota – il Commissario sta ora lavorando sull’adattamento del Piano alle disposizioni del decreto 19 giugno 2015 del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che attua le decisioni dell’Unione europea per il contenimento della diffusione della xylella. Il Ministero e la Regione, inoltre, stanno elaborando la strategia complessiva per la definizione ed erogazione dei contributi a favore delle categorie di soggetti (privati, imprese, vivaisti) coinvolti dall’attuazione delle misure di lotta obbligatoria, operando per l’integrazione degli 11 milioni di euro di fondi recentemente stanziati dall’Italia con il Decreto-legge 51 del 2015, diventato legge il 2 luglio scorso, con ulteriori risorse provenienti dall’Unione Europea.