Nel Salento in cerca di dolmen e menhir

dolmenDomenica 24 maggio l’associazione Passaturi propone un viaggio nel versante orientale della campagna leccese, tra Giurdignano e Giuggianello,  in cerca di dolmen e menhir, sacre e possenti pietre ritenute dalla tradizione popolare manifestazioni del divino o luoghi d’incontro di forze misteriose che popolavano i boschi. Più realisticamente si tratta dimonumenti megalitici preistorici, con funzioni sacre e sepolcrali i dolmen e solo sacre i menhir,  su cui, tuttavia, ancora c’è molto da studiare. Il ricco itinerario comprende anche la visita alla Cripta bizantina di San Salvatore, al luogo dell’antico Casale medievale di Quattro Macine, con la omonima masseria, al Trappeto ipogeo del Duca e  a  I massi della Vecchia, una concentrazione di megaliti dalle strane forme, luogo carico di mistero. Il viaggio di svolgerà da Martina Franca a Giurdignano con il pullman, mentre il percorso è a piedi.

Info

Luogo d’incontro in Piazza d’Angiò alle 7.15 – partenza 7.30 – nel rispetto di tutti si prega di essere puntuali.
Abbigliamento: comodo con scarpe basse e pantaloni lunghi, si percorrono a piedi circa 13 chilometri. Vestirsi “a cipolla”, con cappello e acqua.
Per la bellezza dei luoghi si consigliano macchine fotografiche e binocoli.
Colazione a sacco
La visita guidata è a cura dell’Associazione Meditazioni in Movimento, con Luigina Geusa.
Costo a persona 20 Euro che comprende il pullman, i biglietti per la Cripta del Salvatore e il Trappeto ipogeo e il compenso alla guida.
E’ obbligatoria la prenotazione entro, e non oltre, il 17 maggio al n.3205753268, per acquistare il biglietto.
Responsabile organizzativo: Maria Teresa Acquaviva

La visita guidata

Come già anticipato,  la visita si svolgerà nella campagna orientale della provincia leccese, il luogo di Puglia (e forse anche d’Italia) più ricco di monumenti megalitici preistorici. Si tratta dei Dolmen e dei Menhir, sopravvissuti al tempo e alla distruzione da parte dell’uomo.  Si camminerà nella meravigliosa campagna tra Giurdignano e Giuggianello,tra uliveti secolari, dove sono conservati 7 dolmen e 14 menhir.  I dolmen sono monumenti sepolcrali e sacri insieme, formati da una cella funeraria, di varie grandezze, con le pareti chiusi da ortostati monolitici o giustapposti  e una o più  lastre di copertura. Alcuni conservano anche il dromos, il corridoio di accesso alla cella funeraria. Si tratta dunque di tombe a camera preistoriche elitarie poiché si presume che in esse si seppellissero i capi dei villaggi, che dovevano essere anche guide spirituali.

E’ probabile che in diverse epoche qualche dolmen sia stato riutilizzato come tomba da altre comunità, anche deponendo più spoglie. Alcuni canali di scolo sulle lastre di copertura dei dolmen hanno fatto ipotizzare  che si trattasse di are sacre, dunque luoghi dove si svolgevano cerimonie. I menhir invece, o pietrefitte, sono megaliti monolitici di dimensioni varie, di forma squadrata, alti anche fino a circa cinque metri. Anche sulla loro funzione non ci sono certezze, tuttavia poiché generalmente le fecce larghe del manufatto hanno orientamento est-ovest, per questo sempre illuminate dal sole, si è ipotizzato che fossero simulacri dedicati al culto del Sole. Essi possono anche avere una simbologia fallica, dunque simulacri litici dedicati al culto della Madre Terra, intorno ai quali si svolgevano rituali per la fertilità.

Rimanendo nell’ambito dei megaliti si visiteranno anche I Massi della Vecchia, grandi pietre concentrate su un vasto pianoro, dalle forme più svariate che  ne hanno ispirato i nomi, come Furticiddhu te la Vecchia dellu nanniLu Lettu te la Vecchia e Il Piede di Ercole. Si tratta di forme erosive o di megaliti con funzioni sacre come i dolmen e i menhir? La prima ipotesi certamente è riscontrabile, la seconda, più affascinante, non è proprio azzardata se si considera il contesto  culturale in cui si trovano. Non distante da quest’area si visiterà la grotta sacra di San Giovanni, luogo assai mistico come  I Massi della Vecchia e anche carico di storia. La Cripta è sempre stata meta di devoti del Battista soprattutto il 24 giugno, festa del Santo, quando con rituali intrisi ancora di paganesimo, si festeggiava san Giovanni e si celebrava l’arrivo dell’estate con riti propiziatori per la raccolta delle messi e con l’immancabile presenza dei falò purificatori.

Altra meta del giro è la Cripta di San  Salvatore, una delle massime espressioni dell’architettura e dell’ arte rupestre bizantina. La chiesa rupestre al suo interno è trinavata con quattro pilastri cruciformi che definiscono nove campate terminanti con tre absidi. Presente anche un sorta di cancello litico divisorio tra il naos e il bema. Sopravvivono pochi affreschi tra cui una Madonna con Bambino, due Arcangeli, treApostoli, forse i committenti e l’immagine di un vescovo bizantino. Attira molto la variegata decorazione della volta, a cassettoni, a croce greca, con quattro crociere a vela e un rimando a una scala, simbolica rappresentazione della salita verso la salvezza spirituale. Camminando si passerà anche dalla Masseria Quattro Macine, luogo dell’antico Casale medievale omonimo, e si visiterà il Trappeto ipogeo del Duca di Giurdignano, appartenuto alla famiglia ducale Alfarano Capece, uno dei più interessanti esempi di archeologia industriale dedicata all’olio, che ha cessato di funzionare nel 1940.

Fonte: http://www.passaturi.it/

Be the first to comment on "Nel Salento in cerca di dolmen e menhir"

Tinggalkan komentar