Porto di Taranto, clausola sociale per lavoratori Delta 1 e Essetieffe

porto-taranto-containers-ilvaTARANTO – In merito alle problematiche che riguardano le emergenze sociali ed occupazionali di numerosi lavoratori già operanti nell’ambito del porto di Taranto, si è svolta venerdì in Prefettura una riunione per esaminare la situazione occupazionale dei lavoratori licenziati dall’azienda ‘DELTA 1’ e dalla ‘ESSETIEFFE’, che hanno svolto attività formativa nel settore dell’edilizia.  L’incontro, a cui hanno partecipato l’Autorità Portuale, i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, nonché Confindustria Taranto ed un rappresentante della locale Direzione Territoriale del Lavoro, si è concluso positivamente con la firma della clausola sociale a tutela dei lavoratori.

In particolare, l’Autorità Portuale, previo parere dell’Autorità competente, inserirà, ex art. 69 del D. Lgs.vo 163/2006, nei bandi di gara per opere pubbliche e servizi, o nell’invito in caso di procedure senza bando, o nel capitolato d’oneri, in qualità di stazione appaltante, le condizioni particolari previste dall’accordo sottoscritto venerdì tra le parti e riguardanti una clausola sociale finalizzata alla tutela occupazionale dei lavoratori del bacino in premessa individuato.

Per effetto di tale clausola sociale, in caso di necessità di nuove assunzioni, le aziende aggiudicatarie dei lavori, in coerenza con le esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva, dovranno assumere prioritariamente i lavoratori appartenenti al bacino innanzi indicato. Conseguentemente, in presenza di aggiudicazione di nuovi appalti, l’impresa che ritiene di dover procedere a nuove assunzioni dovrà dare informativa alle OO.SS. territoriali di categoria con l’indicazione del numero e dei profili professionali dei lavoratori da assumere.

La clausola sociale è infatti una condizione apposta dalla Pubblica amministrazione nelle vesti di stazione appaltante, che esulano dai consueti principi economici, inserendo limitazioni di carattere sociale per la partecipazione al bando di gara. In Italia la normativa di riferimento è la legge n.381/91 che istituisce le cooperative sociali e che al comma 5 sancisce la possibilità per le P.A. di derogare alla disciplina dei contratti della pubblica amministrazione per le commesse sotto soglia, prevedendo la stipula di convenzioni con le cooperative sociali svolgenti attività diversa da quella socio-sanitaria ed educativa. Tale norma viene poi ripresa dall’art. 52 del Codice dei contratti.

Di più recente vigenza è il D.Lgs. 163/2006, che all’articolo 69 prevede per particolari esigenze che la stazione appaltante, l’ente pubblico, possa imporre condizioni particolari attinenti ad esigenze sociali o ambientali, purché compatibili col diritto comunitario. Diverso è il caso degli appalti sopra soglia comunitaria, per i quali è previsto che si possano ammettere clausole sociali nei bandi di aggiudicazione, purché siano aperti al mercato, ma che a causa della relativa complessità di gestione sono poco utilizzati dalle Pubbliche Amministrazioni, cui gioca a sfavore anche la necessaria valutazione dell’adeguatezza del progetto di inserimento.

La ditta che effettuerà i lavori di ammodernamento della banchina (il raggruppamento temporaneo di imprese formato da Consorzio Stabile Grandi Lavori srl /Impresa Ottomano Carmine srl /Favellato Claudio Spa) si è infatti già impegnata – ha reso noto Prete – nel caso di nuove assunzioni di accingere al bacino di crisi del porto, del quale fanno parte anche gli ex dipendenti delle ditte Delta 1 ed ESSETIEFFE. Per i lavoratori della ditta Delta 1, un accordo simile era stato stipulato lo scorso aprile. Per far sì che fossero inseriti nelle “Opere ed interventi di bonifiche dell’area portuale; nelle opere ed interventi di adeguamento infrastrutturale dell’area portuale; nei servizi e nelle attività portuali”. L’azienda satellite della TCT, Delta 1, a fine 2010 aveva già provveduto a licenziare 75 lavoratori. La clausola sociale potrebbe anche essere applicata ai lavoratori dell’indotto Ilva, come peraltro già chiesto nei giorni scorsi dalla Fiom Cgil di Taranto.

Gianmario Leone

 

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