Ilva, tre assoluzioni per infortunio mortale del 2006

Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 19 settembre 2013.ANSA / CIRO FUSCOTARANTO – La sezione distaccata di Taranto della Corte d’appello di Lecce ha assolto un dirigente e due capi reparto dell’Ilva, condannati in primo grado dal giudice monocratico Fulvia Misserini a un anno e 4 mesi di reclusione, dall’accusa di omicidio colposo in relazione all’incidente sul lavoro del 17 agosto 2006 che provocò la morte di Vito Antonio Rafanelli, operaio di Molfetta (Bari) proprio nel giorno del suo 33/mo compleanno. A beneficiare della riforma della sentenza, che annulla anche gli effetti delle statuizioni civili, sono stati l’allora dirigente dell’area Tubifici Antonio Mignogna, il responsabile e il capo del reparto dove lavorava la vittima, Angelo Solito e Siro Cantiani, difesi dall’avv. Egidio Albanese. In primo grado era stato assolto l’ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso. Rafanelli rimase gravemente ferito nel tentativo di sbloccare il passaggio di un tubo, intasato da un truciolo di scarto di lavorazione, in una macchina cianfrinatrice, un apparecchio che smussa i bordi dei tubi in acciaio in movimento su appositi rulli. Rimosso l’impedimento, l’operaio fu schiacciato da uno dei cilindri. Fu ricoverato nell’ospedale Santissima Annunziata dove morì dopo cinque giorni. (ANSA)

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