Cementir, i “Liberi e Pensanti”: no a rinnovo concessione al Porto

Porto di Taranto

Il-porto-di-TarantoIl prossimo 19 novembre si svolgerà presso l’Autorità Portuale (AP) un importante riunione del Comitato Portuale. Tra i vari argomenti all’ODG i punti 4), 5),7) sono particolarmente importanti:

– Punto 4) CEMENTIR ITALIA SPA istanza ex art.18 L84/94;
– Punto 5) Razionalizzazione utilizzo aree e banchine in ambito portuale;
– Punto 7) Concessioni demaniali marittime.
 Infatti si discuterà il rinnovo della Concessione alla Cementir Italia Spa.

 Quest’ultima opera in un’area demaniale di 16.250 mq all’interno del Porto di Taranto sin dal 1976 in virtù di una concessione di 30 anni scaduta nel 2006 e rinnovata PROVVISORIAMENTE fino al 2013.

 La concessione comprende le seguenti aree:

 – radice del 4° sporgente  pari a 4.600 mq ;

– calata 4 pari a 11.400 mq;

– 250 mq aree ausiliari e agli impianti di trasporto.

 Il Comitato ritiene che il COMITATO PORTUALE debba dare parere negativo alla richiesta di ulteriori 30 anni di concessione inoltrata nel 2005 dalla CEMENTIR per diverse motivazioni:

 1- MOTIVAZIONI DI CARATTERE AMBIENTALE 

 • Le aree oggetto della concessione, cosi come altre aree portuali, sono prive di vasche di raccolta delle acque di prima pioggia con grave nocumento di tutto l’ambiente lavorativo a terra, per gli operatori nonché per l’ambiente marino.

• Piu’ volte l’Autorità portuale ha sollecitato la Cementir a realizzare, a spese del concessionario, opere di escavazione periodica durante il periodo concessorio e cioè “…ogni qualvolta i fondali dovessero diminuire”. Cosa che NON CI RISULTEREBBE ESSERE AVVENUTA.

 2- MOTIVAZIONI DI CARATTERE ECONOMICO 

 • La calata 4 è risultata inutilizzata nel 2014 mentre nel 2013 ha avuto solo 3 approdi.

• La redditività della banchina Cementir del 4° sporgente si è invece concretizzata come segue:

 – nel 2014 circa nr.13 approdi relativi ad una sola nave;

– nel 2013 circa nr.27 approdi relativi ad una sola nave.

 Ci chiediamo come sia stato possibile aver concesso in passato 16.250 mq di aree portuali ad un solo concessionario che utilizza in maniera cosi scarsamente produttiva una porzione di porto che potrebbe essere in uso ANCHE DA ALTRI OPERATORI quando non impegnata da Cementir.    Riteniamo che, nell’ambito della razionalizzazione delle banchine, ALTRI OPERATORI POSSANO UTILIZZARE QUEGLI SPAZI DOPO CHE CEMENTIR AVRA’ EFFETTUATO I LAVORI STRUTTURALI PREVISTI NONCHE’ QUELLI AMBIENTALI.

 3- MOTIVAZIONI DI CARATTERE STRUTTURALE 

 • Ci risulta che l’Autorità portuale  abbia commissionato una Perizia per valutare lo stato della Calata 4. Ebbene da questa perizia risulterebbe che l’intera banchina sarebbe DEGRADATA. Così come previsto dall’atto concessorio i costi dovrebbero essere a carico del concessionario Cementir. Questi lavori ci risulterebbero non essere stati mai effettuati.

 4- MOTIVAZIONI DI CARATTERE POLITICO

 • Riteniamo che un Presidente a fine mandato come il dott. Prete non possa assumersi la responsabilità di lasciare delle NUOVE IPOTECHE a lunga scadenza sul porto di Taranto. L’intera questione va rivalutata e discussa sulla base di quanto la cittadinanza auspica ovvero un porto commerciale e turistico;

• Ricordiamo inoltre che è in fase di elaborazione il Documento programmatico propedeutico al PIANO URBANISTICO GENERALE DI TARANTO che ridisegnerà la toponomastica e, quindi, gli indirizzi futuri della nostra città;

• Auspichiamo che l’AP, in caso di ritiro della concessione a Cementir, non ponga  su quelle banchine, già violentate da decenni di inquinamento,ulteriori insediamenti inquinanti, tipo pet coke che viene attualmente scaricato in Calata 5.
• Infine nel 2012 l’AP aggiudicò alla società PRICE WATERHOUSE COOPERS ADVISORY SPA di Milano uno studio sull’Analisi del sistema infrastrutturale/intermodale del porto di Taranto nel contesto della portualità nazionale ed europea e del grado di efficienza e competitività delle infrastrutture portuali esistenti. CHIEDIAMO QUALI SONO STATI I RISULTATI DI QUESTO STUDIO  al fine di valutare se sia finalmente il caso di orientare il sistema portuale di Taranto verso una nuova e più moderna concezione di portualità, slegata dai tradizionali traffici industriali.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

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