No tax area e riconversione: Bonelli (Verdi) replica a Russo (Taranto Futura)

BioEcoGeo_BonelliL’avvocato Nicola Russo di Taranto Futura sostiene che il progetto che noi Verdi e Taranto Respira abbiamo presentato per la conversione industriale di Taranto è irrealizzabile perché l’Italia ha molte procedure d’infrazione per aiuti di Stato. L’avvocato Russo  elenca per motivare la sua tesi, con mio grande stupore, una serie di procedure d’infrazione che nulla hanno a che fare con l’oggetto legato alla no tax area che potrebbe paventare aiuti di stato. Russo elenca infrazioni relative alle patenti di guida, alle procedure per i trapianti, ai richiami vivi per la caccia, al trattamento delle acque reflue, alla qualità dell’aria per le concentrazioni da PM10 ecc. Ma tutto ciò che c’entra con la proposta che abbiamo fatto di No tax area ? Nulla e purtroppo rimango sorpreso da  questa superficialità. La zona franca fiscale deve essere autorizzata dalla comunità europea su proposta del governo interessato, quindi l’Italia, e deve avere solo due limiti; uno temporale e l’altro territoriale. In merito al limite temporale esso deve essere di solito di 5 anni, per il territoriale può riguardare una o più aree definite in regione (in senso ampio del termine). La domanda deve esser ben preparata alla Commissione europea con un serio piano che parta dalle criticità e nel caso di Taranto esse (le criticità) sono legate al fatto che le zone interessate rappresentano uno scempio contro l’ambiente e un potenziale enorme di PIL in caso di conversione industriale. La zona franca fiscale prevede aiuti fiscali per le imprese e tali incentivi potrebbero essere legati come abbiamo scritto per l’avvio della conversione industriale anche a creazione di siti secondo l’efficienza ed il risparmio energetico,il rispetto dell’ ambiente, l’uso di materiali da riciclo e comunque strutture bio edilizie. Basta ricordare che in Portogallo a Medeira ci fu la creazione di una zona franca ed altre zone ci sono state in Spagna ed altri esempi. In Italia mai. Possiamo e dobbiamo sfruttare il semestre europeo. Per il recente passato, rimando all’esempio delle  100 zone a fiscalità agevolata francesi. Sono già previsti inoltre i fondi per le aree di crisi industriale e loro conversione utilizzati da Germania, Inghilterra e Francia: Italia non ha utilizzato nemmeno un euro di questi fondi che ammontavano nel quinquennio 2008-2013 a 3,5 miliardi di di euro. In sintesi se le zone franche fiscali sono limitate nel tempo, abbracciano aree ben individuate, siano abbinate a un programma chiaro e serio ,siano presentate da una legge finanziaria ad hoc con ok di cipe,e regioni, e sia presentata alla Commissione, passerà in Europa. Esistono esempi in Portogallo ,Spagna, Irlanda, Francia. Quindi si può! Allego uno studio del Formez che indica la strada da noi delineata. Mi chiedo come mai a Taranto si pensi solo ad attaccare per dividere e non ad unire, continuando cosi vincerà chi vuole riemprire di veleni questa città . Comunque per realizzare la nostra proposta ci vuole una forte volontà politica e la strada è certamente difficile e piena di ostacoli, ma a Bilbao ci sono riusciti , come a Pittsburgh o alla Ruhr. Gli investimenti che noi prevediamo sono per l’80% privati ma a condizione che si approvi la no tax area e procedure semplificate dal punto di vista amministrativo e urbanistico edilizio per la rigenerazione urbana dei suoli contaminati e da trasformare .
Angelo Bonelli (Co-portavoce nazionale dei Verdi e consigliere comunale di Taranto Respira)

 

 

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