Ilva, la Fiom Cgil: “No alle telecamere” – Chiamata in causa la Direzione Territoriale del Lavoro

Ilva Ue Taranto

ilva nuovaTARANTO – La Fiom Cgil di Taranto chiama in causa la Direzione Territoriale del Lavoro, per segnalare il verbale di accordo sottoscritto lo scorso 18 luglio tra l’Ilva e FIM Cisl, UILM Uil, USB e FLMU in merito all’installazione di un impianto di videosorveglianza presso le cabine ascensori e vani ubicati presso gli spogliatoi dello stabilimento siderurgico. I rappresentanti sindacali della FIOM-CGIL presenti all’incontro del 18, non hanno infatti sottoscritto il verbale di accordo in quanto considerano “che lo stesso violi quanto previsto dall’articolo 4 della Legge 300 20.05.1970”. Tale posizione, ribadita più volte al tavolo di trattativa sindacale, è motivata dalla Fiom con il fatto che “all’interno delle cabine ascensori e nei vani ubicati presso gli spogliatoi di stabilimento si recano a prestare la propria attività i lavoratori addetti alla manutenzione degli ascensori (reparto OFE-MAC) e i lavoratori addetti alle pulizie (ditte appalto)”.

Inoltre la Fiom ricorda alla Direzione Territoriale del Lavoro che già il 3 marzo del 2011 l’Ilva e le organizzazioni sindacali firmarono, proprio ai sensi dell’articolo 4 Legge 300 20.05.1970, un verbale di mancato accordo “in cui la FIOM Cgil, a differenza di FIM Cisl e UILM Uil, manifestò il proprio dissenso rispetto al progetto illustrato con le stesse motivazioni sopra riportate”.

A seguito dell’invio del verbale di quel mancato accordo, “da parte di Ilva S.p.a. alla DPL., le RR.SS.UU. della FIOM Cgil Francesco Bardinella e Francesco Brigati furono ascoltate, presso la Direzione dell’azienda, dalla dott.ssa Marinosci della DPL di Taranto, la quale voleva capire le motivazioni per cui gli stessi si erano mostrati contrari rispetto alla installazione degli impianti di videosorveglianza”. Pertanto la segreteria della FIOM Cgil, unitamente alle RR.SS.UU, chiede l’intervento della Direzione Territoriale del Lavoro per quanto di sua competenza.

L’azienda ha giustificato l’iniziativa dell’installazione delle telecamere, per individuare i responsabili dei danneggiamenti agli ascensori, a quanto pare pratica alquanto diffusa in azienda e che ha creato non pochi disagi per quei lavoratori che dopo 8 ore di lavoro, per tornare negli spogliatoi sono costretti a farsi diversi piani di scale a piedi. Come detto però, la Fiom Cgil non ha firmato l’accordo, in quanto ritiene la ripresa video della zona ascensori, durante i lavori di pulizia o di manutenzione degli stessi, una violazione della legge, e dello Statuto dei lavoratori, in quanto costiuisce un controllo a distanza delle attività poste in essere dai dipendenti diretti o dell’appalto. La Fiom infatti, propende non per un’azione di repressione ma per una “persuasione morale” che permetta ai lavoratori di isolare i vandali, individuarli e denunciarli. Siamo proprio curiosi di sapere chi sono questi “campioni”.

 G. Leone (TarantoOggi, 24.07.2014)

 

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