Al momento, non c’è alcun commento da parte delle banche coinvolte. Secondo quanto riferiscono le fonti, l’orientamento delle banche converge su un ammontare inferiore, pari circa a un terzo rispetto alla richiesta di Gnudi, e sarà subordinato ad alcune condizioni tra cui la presentazione di una manifestazione di interesse, anche sotto forma di lettera d’intenti, da parte di un potenziale partner industriale oltre all’orientamento favorevole delle autorità antitrust in merito a un’eventuale posizione dominante. Il riferimento è ad ArcelorMittal , finora unico pretendente per l’ingresso nel capitale di Ilva.
La cifra di 650 milioni, a cui si aggiungono circa 200 milioni entro l’anno per un totale che si aggira quindi sugli 830 milioni, va spalmata su tre esigenze differenti: da una parte la realizzazione delle prescrizioni AIA, dall’altra la gestione ordinaria e il pagamento dei fornitori. Una fonte spiega tuttavia che questa richiesta non sembra coerente con le caratteristiche peculiari dei prestiti ponte e potrebbe avere un più ampio respiro con lo scopo di traghettare Ilva fino alla conclusione dell’operazione con ArcelorMittal. Da qui le condizioni poste dalle banche.
(TarantoOggi, 17.07.2014)
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