Siti contaminati, rapporto Istat: “Situazione ancora molto critica”

Ilva - tamburi

Ilva-taranto“E’ ancora molto critica la situazione dei siti contaminati”. Lo afferma l’Istat nel rapporto ‘Il benessere equo e sostenibile in Italia’ riferito al 2013 nella parte dedicata all’ambiente a proposito dei Siti di interesse nazionale (Sin).

“Lo stanziamento di fondi specifici destinati ai Siti di interesse nazionale (Sin) è spesso, purtroppo, non sufficiente a garantire un celere avvio dei processi di bonifica e messa in sicurezza – si legge nel paragrafo dedicato all’argomento – le pratiche di illegalità diffusa ne hanno, infatti, in molti casi rallentato, se non impedito completamente, l’avvio. L’inquinamento e il deterioramento ambientale di siti rimasti contaminati hanno prodotto conseguenze drammatiche sulla salute pubblica (per esempio nei casi emblematici dell’Ilva di Taranto, della Terra dei fuochi, di Gela o Priolo)”.

Poi un passaggio interessante: “Se oltre alla loro messa in sicurezza, venissero completate le bonifiche dei Sin, i benefici derivanti sulla salute dei cittadini e dal recupero delle potenzialità produttive dei territori interessati supererebbero ampiamente i costi monetari e sociali sostenuti per il mantenimento dello status quo”. Si legge, inoltre, che “dal 2012 al 2013, le differenze riscontrabili in termini di ampiezza delle relative superfici territoriali dei Sin sono da attribuirsi alla riperimetrazione e al declassamento, ossia al trasferimento di competenza da livello nazionale a quello regionale di diversi Sin in Sir (Siti di interesse regionale). Risulta, quindi, difficile valutare delle variazioni significative delle aree contaminate di interesse nazionale”.

Infine, alcune cifre: “In Italia, nel 2013, sono definiti 39 Sin (nel 2012 erano 578), per un totale di 161 mila ettari inquinati (ad esclusione delle aree marine), dislocati in tutte le regioni italiane, tranne Lazio, Molise e Bolzano. Il Piemonte è la regione con la maggior estensione di superficie regionale ricadente in Sin (96 mila ettari). In Campania l’estensione territoriale dei Sin nel 2013 copre circa 1.780 ettari (211 mila nel 2012; la forte diminuzione di tale superficie è proprio da attribuire alla suddetta trasformazione in Sir dei Siti preesistenti)”.

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