A Taranto il bisso rivive in un libro

bissoTARANTO – “Che cos’è il bisso?”, “ma si produceva proprio a Taranto?”, “è proprio una fibra naturale?”, “come si produceva?”, “perché non si produce più?”, “la Pinna nobilis si trova ancora nel nostro mare?”: queste furono le domande poste spontaneamente da alcuni alunni della Scuola Secondaria 1° Grado “C. Colombo” di Taranto quando, durante una visita a un museo, si trovarono di fronte un enorme valva di Pinna Nobilis.

Destinato agli alunni delle Classi 1F^ e 2^ F dell’anno scolastico 2013-2014, il progetto è stato coordinato dalla professoressa di Lettere Rosetta Gomierato, ed attuato dai docenti Valentina Pucci e Valentina De Grandis di Arte e Immagine, e Angela Picciarelli di Matematica e Scienze. Il progetto ha visto gli alunni effettuare un lungo percorso didattico di ricerca documentale ed iconografica, anche con visite guidate presso la Biblioteca “Acclavio”, l’Archivio di Stato di Taranto, e il Museo Etnografico “Majorano”, che ha dato vita all’elaborazione di un accurato testo storico e scientifico; le suggestioni e le riflessioni scaturite in mesi e mesi di lavoro, inoltre, sono state traslate dagli alunni in componimenti, poesie e dipinti.

Questo lavoro di ricerca e studio ha come prodotto finale il libro “Raccontiamoci il Bisso”, che sarà presentato mercoledì prossimo, 4 giugno 2014, alle ore 18.00 presso la Sala Resta della Camera di Commercio, in vale Virgilio a Taranto: presentata dalla giornalista Alessandra Cavallaro, la serata sarà aperta dal saluto del dirigente scolastico Massimo Romandini; in seguito, introdotti da Rosetta Gomierato, sono previsti gli interventi dei docenti che hanno partecipato al progetto.

Il bisso nell’antichità era il tessuto più pregiato e costoso con cui venivano realizzate le tuniche dei personaggi più in vista della società, gli odierni V.I.P., manufatti nella cui produzione Taranto era uno dei principali centri del Mediterraneo. Fibra tessile di origine animale, il bisso è una sorta di seta naturale marina ottenuta dai filamenti che secerne principalmente la “Pinna nobilis”, un mollusco di grandi dimensioni considerato ormai a rischio di estinzione a causa della pesca indiscriminata e dell’inquinamento.

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