Ilva, incontro Riva-Bondi su piano industriale

Ilva Ue Taranto

ilva nuovaTARANTO –  “Augurarsi il bene dello stabilimento di Taranto significa augurarsi il bene dell’Italia siderurgica”. Cosi’ si e’ espresso Claudio Riva al termine dell’incontro di oggi a Milano, nella sede del gruppo, col commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, nel quale ci si e’ confrontati sul piano industriale della societa’. Riva ha parlato anche di “confronto civile” col commissario.

E’ noto, infatti, che i rapporti tra gli esponenti della famiglia Riva e Bondi siano tutt’altro che buoni avendo quest’ultimo intentato anche una causa civile nei confronti di Riva Fire e di esponenti della famiglia chiedendo un risarcimento danni di 484 milioni di euro per attivita’ svolte nello stabilimento di Taranto.

Riva ha poi sottolineato che le decisioni saranno prese dal gruppo Riva piu’ che dalla famiglia omonima. Il piano industriale che Bondi ha inviato ai Riva lo scorso 13 maggio e’ articolato su due fasi temporali: 2014-2016 e 2017-2020. La prima e’ quella che gestiranno i commissari, il cui mandato scade appunto tra due anni, la seconda, invece, riguardera’ esclusivamente gli azionisti. Nel primo triennio previste azioni di risanamento dell’azienda, soprattutto ambientale, riduzione dei costi e rafforzamento organizzativo, nella seconda parte del piano, invece, prefigurati una serie di interventi per fare dell’Ilva, una volta che gli impianti sono stati bonificati, un’azienda tra le piu’ competitive del settore.

Partendo gia’ dal 2013 e finendo al 2020, il piano prevede un impegno finanziario complessivo di 4,185 miliardi di euro, di cui 1,8 per gli interventi prescritti dall’Autorizzazione integrata ambientale, 625 milioni per il piano salute e sicurezza, 1,7 miliardi per gli investimenti tecnici. Nel piano si prospetta un aumento di capitale di 1,8 miliardi da farsi in quest’anno. Il gruppo Riva dovra’ pronunciarsi anche sull’aumento di capitale oltreche’ sui contenuti del piano in quanto la legge 6 dello scordo febbraio (Ilva-Terra dei fuochi) prevede che il commissario chieda prima agli azionisti l’aumento di capitale ricorrendo poi, in caso di rifiuto di questi ultimi, ad investitori terzi sul mercato e all’utilizzo sequestrati ai Riva dalla Magistratura anche per reati diversi da quelli ambientali avanzando specifica richiesta ai giudici. (Agi)

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