Arsenico a Taranto, presentata denuncia all’autorità giudiziaria

ilva_tarantoTARANTO – Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa indetta da Taranto Futura e da PeaceLink. Hanno parlato per le due associazioni rispettivamente l’avv. Nicola Russo e Alessandro Marescotti. Questi gli argomenti trattati:  la presenza di trialometani nell’acqua dell’acquedotto a Taranto;  la presenza di arsenico riscontrata nel biomonitoraggio del CNR a Taranto, la petizione per chiedere lo stop della legge sui crimini ambientali.

“Dopo la conferenza stampa di questa mattina – ha dichiarato Marescotti – ci siamo recati alla Procura della Repubblica, spinti anche dai cittadini presenti che, dopo aver ascoltato i dati preoccupanti, ci hanno incitato ad agire subito. Con l’avv. Nicola Russo, abbiamo denunciato la presenza di arsenico a Taranto e alla polizia giudiziaria abbiamo consegnato una dettagliata documentazione. Siamo voluti passare direttamente dalle dichiarazioni giornalistiche ai fatti e ora l’autorità giudiziaria dispone della documentazione per fare gli opportuni accertamenti”.

In particolare e’ stato consegnato l’allegato 23 dello studio SEPIAS (a cura del Cnr) nel quale si evidenziano a Taranto relazioni di particolare interesse (e in certi casi di particolare gravità) fra concentrazione di arsenico nell’organismo umano e fattori di esposizione quali: esposizioni occupazionali, polveri (in particolare polveri di ferro), consumo di formaggio, pesce, carne di cavallo, fegato, verdure, acqua potabile.

I dati del biomonitoraggio SEPIAS sono stati segnalati alla Procura di Taranto. “Si è ritenuto opportuno informare l’autorità giudiziaria al fine di accertare se esista una esposizione corrente all’arsenico e se esista un pericolo per la pubblica incolumità”, dichiarano Russo e Marescotti. Inoltre è stata consegnata una relazione Arpa al sindaco di Taranto del 2009 in cui si evidenziava come nell’acqua di falda, sia superficiale sia profonda, risulta una contaminazione diffusa di arsenico, oltre a nichel, selenio, idrocarburi totali, fluoruri, solfati e IPA.

Nella relazione al sindaco di Taranto l’ARPA avvisava: “Nonostante numerosi solleciti delle Conferenze dei Servizi ad attuare con urgenza gli idonei interventi di MISE (messa in sicurezza di emergenza) della falda, ad oggi non risultano attivate misure in tal senso né risulta pervenuta documentazione relativa ai progetti di bonifica dei suoli e delle acque”.

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