Porto di Taranto, ok al bando per i dragaggi

Porto di Taranto

Il-porto-di-TarantoTARANTO – Dopo un lunghissimo e tortuoso iter di approvazioni e autorizzazioni, è stato inviato ieri alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il bando per l’affidamento dell’appalto per la redazione della progettazione esecutiva ed esecuzione “all’intervento di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti in area Molo Polisettoriale e per la realizzazione di un primo lotto della cassa di colmata (l’opera a mare dove i fanghi vengono depositati) funzionale all’ampliamento del V sporgente” del porto di Taranto. I lavori, così come nell’intricato caso dei lavori per la banchina del molo polisettoriale, saranno aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Si calcola che serviranno dai cinque ai sei mesi per espletare la gara di appalto. A rendere noto l’invio del bando è stato lo stesso presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, ricordando che l’importo complessivo dell’appalto ammonta a poco più di 72 milioni di euro.

Lo scorso 25 febbraio il ministero dell’Ambiente rilasciò il decreto di VIA: soltanto la scorsa settimana invece, è arrivato il via libera da parte della Regione, sul piano della validazione tecnica, del progetto messo a punto dalla società Sogesid (quello preliminare, datato 2010, è stato infatti rivisto in più punti durante l’iter di VIA e VAS). Il costo dell’intervento previsto dall’accordo del 2012, è di 83 milioni di euro così ripartiti: 7,6 milioni arriveranno dal ministero dell’Ambiente, 17,1 milioni dalla Regione Puglia attraverso la delibera C.I.P.E. n.87, 40,1 milioni dall’Autorità Portuale (Fondi Propri + PON Reti e Mobilità 2007/2013) e 18 milioni (Fondi Propri rif. nota 9559 del 7.10.2013).

Al termine dei lavori, i fondali avranno una profondità di 16,50 metri per un tratto di 1,2 chilometri di banchina che consentirà l’attracco delle portacontainer da 14mila TEU. L’obiettivo è terminarli entro il 31 dicembre del 2015. Ma leggendo le 15 pagine del provvedimento, è chiaro che difficilmente ciò potrà accadere. Sono infatti ben 26 le prescrizioni della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS. Quattro quelle del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Tantissimi i controlli affidati ad ARPA Puglia per seguire passo dopo passo tutte le varie operazioni previste.

Inoltre, è chiaro che il dragaggio non potrà avere inizio se prima non c’é la vasca di colmata, opera a mare nella quale depositare i fanghi del dragaggio. Il problema, ancora una volta, è che con i tempi non ci siamo. Visto che il nuovo crono programma messo a punto nei mesi scorsi al DISET, , il Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali della Presidenza del Consiglio, prevede la conclusione dei lavori entro dicembre 2015.

Inoltre, non bisogna dimenticare che propedeutici ai lavori di dragaggio, sono quelli previsti per la banchina del molo polisettoriale. Come si ricorderà, lo scorso 7 maggio è stata depositata l’Ordinanza del Consiglio di Stato in merito al ricorso promosso dalla seconda classificata nella gara di appalto dei lavori, l’A.T.I. Consorzio Stabile Grandi Lavori, per la riforma del dispositivo di sentenza del T.A.R. Puglia – Sez. di Lecce, Sezione I, concernente l’affidamento dell’appalto integrato per l’esecuzione dell’intervento denominato “Progettazione esecutiva, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e realizzazione dei Lavori di Riqualificazione del Molo Polisettoriale – Ammodernamento della banchina di ormeggio”.

Il Supremo Consesso ha dichiarato improcedibile l’istanza cautelare, considerato che il TAR di Lecce aveva già depositato le motivazioni della sentenza, in data 16 aprile e che la domanda – avente ad oggetto la sospensione dell’efficacia del “dispositivo” di rigetto del ricorso di primo grado – difettava, allo stato, di specifici motivi di censura della sentenza di prime cure da valutare. Il Consiglio di Stato, con Decreto Presidenziale dell’8 maggio scorso, ha inoltre respinto anche l’ulteriore istanza cautelare formulata dalla stessa A.T.I. unitamente ai motivi aggiunti, difettando i presupposti previsti dalla legge per concedere la tutela richiesta ed ha fissato per la discussione l’udienza di Camera di Consiglio del 20 maggio 2014. La vicenda dunque, come abbiamo scritto giorni addietro, non è ancora finita.

G. Leone (TarantoOggi,  13.05.2014)

 

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