Porto, proteste per ipotizzata soppressione Autorità portuale

porto di tarantoTARANTO – Scattano le proteste a Taranto per l’ipotizzata soppressione dell’Autorità portuale. La soppressione avverrebbe nell’ambito della riforma della legge n. 84 del 1994 sulla portualità annunciata dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. In Puglia tale ipotesi dovrebbe portare alla fusione delle attuali Autorità portuali (Bari, Brindisi e Taranto) in una unica sede a Bari e, conseguentemente, la soppressione dell’Autorità Portuale di Taranto.

Da più parti si ritiene contradditoria questa scelta, qualora fosse attuata, rispetto ai diversi progetti in cantiere: dall’integrazione tra porto di Taranto e aeroporto di Grottaglie per farne una piattaforma logistica integrata al potenziamento del porto stesso, con i programmi della piattaforma della società “Taranto Logistica” – partecipata da privati con un project financing – e la ristrutturazione del terminal della società “Taranto Container Terminal” che fa capo ad Evergreen e Hutchinson. I lavori di “Taranto Logistica” sono già cominciati e stanno interessando le opere a mare. Quelli del terminal, invece, attendono di partire non appena si sbloccherà il contenzioso al Consiglio di Stato. A ciò, infine, si aggiunga che il porto di Taranto rientra in uno dei corridoi trasportistici europei. Oltre 400 milioni di investimenti sono in ballo nel porto di Taranto, tra progetto della piattaforma logistica e adeguamento del terminal container, più altri 33 milioni per l’aeroporto visto in prospettiva di trasporto cargo e integrazione con lo stesso porto: ecco la previsione di quello che dovrà essere realizzato a Taranto nei prossimi anni – gli interventi per il terminal dovrebbero concludersi a fine 2015 – con l’obiettivo di farne un hub del Mediterraneo.

Un movimento cittadino, Propeller Club, che si occupa dei temi dell’economia marittima, ha indetto un’assemblea cittadina chiamando a partecipare le istituzioni, il mondo della politica come quello dell’impresa e del sindacato. Obiettivo, “far sentire la voce della città in un momento di profonda crisi ed emergenza ormai certificata a livello nazionale ed europeo”. Alt al declassamento di Taranto è anche quanto chiede il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, in una lettera al ministro Lupi. “L’accorpamento può essere accettato- scrive il sindaco al ministro – solo se risponde a processi di valutazione sufficientemente ponderati e a reali prospettive di sviluppo che guardano ad una pianificazione estesa delle aree retro-portuali. Su questo – rileva ancora Stefano – sfido chiunque a dubitare che l’area portuale di Taranto, rispetto ad altre ne sia priva”. Per il sindaco di Taranto, “se da un lato si proclamano attenzioni soprattutto di livello governativo per sviluppare occasioni di crescita e di rilancio del nostro territorio per ripagarlo dei grossi sacrifici che ha patito anche in termini ambientali per la crescita del nostro Paese, non si comprendono decisioni, come quelle ipotizzate nel redigendo progetto di riforma, che invece portano ad un declassamento del porto di Taranto che, è bene non dimenticare, è il più grande della Puglia, con inevitabili connessi effetti negativi”. Anche Cgil, Cisl e Uil di Taranto respingono l’ipotesi di soppressione dell’Autorità portuale, parlando di porto “strategico”. Per le confederazioni, soluzione “ragionevole sarebbe adottare una soluzione per la Puglia di due Authority, una nel “Core port” di Taranto, che è terzo in Italia per volume di traffici e l’altra in quello di Bari, in conseguenza delle caratteristiche che storicamente distinguono le due infrastrutture, industriali la prima, commerciale e passeggeri la seconda. I sindacati chiedono, infine, l’intervento della politica e delle istituzioni nel prossimo confronto col ministero dei Trasporti e l’Unione Europea. (Agi)

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