Ilva, Rappa (Fiom): “Il quadro è preoccupante”

fiom cgilTARANTO – Quello attuale è un periodo delicatissimo per l’Ilva e non solo per capire se sarà possibile rimanere dentro o uscire definitivamente dal mercato internazionale. La mancanza di commesse nel reparto tubifici per tutto questo anno, la rimodulazione dei contratti di solidarietà, le vicende giudiziarie legate a doppio filo con le decisioni governative, il tema della sicurezza sul lavoro sono questioni al centro del dibattito nazionale e locale, con ripercussioni anche a livello internazionale.

Per fare il punto della situazione su tutto quello che sta avvenendo tra i palazzi istituzionali romani e il polo siderurgico più grande d’Europa si è tenuta una conferenza stampa nella sede della Cgil di via Dioniso. Erano presenti Donato Stefanelli segretario provinciale della Fiom, Luigi D’Isabella segretario provinciale della Cgil e Rosario Rappa della segreteria nazionale Fiom. «Era necessario – ha esordito Rappa – applicare fino in fondo il primo decreto che prevede la possibilità dell’esproprio e quindi un processo di risanamento fuori dal vincolo della famiglia Riva. Adesso siamo al quarto decreto che, sostanzialmente, cerca di rispondere all’esigenza di ricercare risorse economiche per far applicare l’Aia e fare gli investimenti necessari».

Il rappresentante nazionale ha precisato che “sarebbe necessario un intervento della Cassa Depositi e Prestiti per garantire un processo di bonifica, con le risorse necessarie per applicare fino in fondo l’Aia, e successivamente sarebbe utile pensare alla ricollocazione delle azioni discutendo dell’uscita della famiglia Riva dal pacchetto azionario. In questo contesto il piano industriale sarebbe il terreno di verifica dell’applicazione dell’Autorizzazione e del rilancio produttivo e qualitativo degli stabilimenti. Tuttavia l’azienda ha già parlato degli esuberi (in altre aziende del gruppo, ndr) prima della presentazione del piano industriale». Rappa ha precisato che «al termine dell’incontro tenutosi a Roma tra il Coordinamento nazionale Fim, Fiom e Uilm e la direzione aziendale Ilva è emerso un quadro preoccupante. Non sono stati forniti i dati definitivi del 2013 e tutto è stato rinviato alla presentazione del piano industriale subito dopo quello ambientale che deve essere reso pubblico entro la fine di febbraio».

Con Rappa concordano D’isabella e Stefanelli. «La via maestra – ha specificato il segretario provinciale del sindacato – è la ricapitalizzazione che deve fornire nuovi finanziamenti: in questo modo si ribadisce la strategicità di questo impianto. Il tavolo governativo convocato deve guidare e dare indirizzi». I rappresentanti sindacali hanno sottolineato che a Roma deve essere sciolto un altro nodo particolarmente importante che interessa i lavoratori: il rifinanziamento dei contratti di solidarietà. «Oggi – ha precisato Stefanelli – siamo in una fase di rimodulazione del contratto, firmato lo scorso anno e valido fino al 2015. E’ il Governo che deve farsi carico dell’integrazione salariale al contratto di solidarietà, ridotta del 10% con la recente Legge di Stabilità, restituendo ciò che ha tolto attraverso il rifinanziamento integrale». Nel corso della conferenza stampa si è fatto cenno anche dell’incidente accaduto ieri in Ilva che ha coinvolto un giovane operaio dell’indotto. «Non siamo ancora all’organizzazione di un livello di attenzione che assuma il tema della prevenzione come priorità assoluta. Non doveva accadere quello che e’ accaduto».

Luca Caretta per InchiostroVerde

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